“Nel nostro mondo contemporaneo, di fronte ad innovazioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale, il ruolo dell’ingegnere diventa ancora più delicato e importante, in quanto controllore dei processi. Oggi abbiamo strumenti eccezionali ma l’uomo, l’ingegnere in particolare, non deve mai cedere il controllo del processo. Questo però comporta una condizione irrinunciabile, ossia che l’ingegnere sia preparato in modo eccellente”. Così Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, nell’intervento che ha chiuso i lavori dell’evento che l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto ha organizzato venerdì scorso per festeggiare i 100 anni dell’Albo e che ha avuto la formazione come argomento di fondo.
Anglosassonizzazione dell’ingegneria
“In questo senso – ha proseguito Perrini – a nostro avviso il modello universitario del 3+2 non ha portato beneficio al mondo dell’ingegneria italiana. C’è un motivo per cui gli ingegneri italiani sono da sempre considerati tra i migliori al mondo. Consiste nel fatto che a differenza degli ingegneri degli altri paesi, soprattutto quelli anglosassoni, il nostro ingegnere ha sempre potuto vantare una eccellente preparazione scientifica di base. Questo gli ha sempre consentito di affrontare e risolvere i problemi a 360 gradi, anche se in precedenza non erano stati oggetto di studi universitari specifici. Questa caratteristica si va perdendo e anche noi stiamo andando verso l’anglosassonizzazione dell’ingegneria, per cui si riesce a fare, sia pure in modo ottimale, una determinata attività, ma solo quella. Questo a nostro avviso non va bene né dal punto di vista sociale né da quello culturale. Anche perché, la continua evoluzione tecnologica impone, se possibile, ancora più competenze, dunque una preparazione scientifica di base ancora più solida”.
“Pertanto – ha concluso Perrini – dobbiamo finalizzare la preparazione dell’ingegnere al conseguimento della laurea magistrale. Dobbiamo pensare all’ingegnere come colui che è in possesso di una laurea magistrale. Anche il laureato triennale ha una funzione straordinariamente importante, soprattutto per il nostro sistema industriale, ma diversa. L’ingegnere è colui il quale deve avere la capacità di trovare soluzioni a problemi complessi”.
La formazione
E’ stata la formazione dell’ingegnere, dunque, il leitmotiv della giornata come ha spiegato Gigi De Filippis, Presidente dell’Ordine di Taranto. “La formazione non riguarda solo l'acquisizione di conoscenze – ha detto - ma anche lo sviluppo delle abilità sociali ed emotive, contribuendo così al benessere individuale e alla crescita collettiva. Da qui la necessità di formarsi prima e dopo la laurea. Per questo è nata l’idea, condivisa col CNI, di dedicare interamente la nostra giornata di festa alla formazione in tutte le sue dimensioni e con tutti i protagonisti da una parte e dall’altra del banco. Abbiamo ancora tante METE da raggiungere ma abbiamo intrapreso la strada giusta: la consapevolezza di dover essere sempre ad alti livelli”.
La giornata, che si è tenuta presso il Salone di Rappresentanza della Provincia di Taranto, è stata caratterizzata da un programma particolarmente intenso e vivace, animato brillantemente dal giornalista Angelo Di Leo. Nel corso della mattinata una corposa delegazione studentesca, fatta di ragazze e ragazzi prossimi al diploma, ha avuto la possibilità di dialogare con professionisti affermati, dando vita ad un talk che ha avuto frizzanti momenti di confronto. In particolare quello con Angelo Mellone, Direttore intrattenimento day time RAI. Numerosissimi gli ospiti istituzionali che hanno alimentato le tavole rotonde, tra cui i Consiglieri CNI Alberto Romagnoli, Ippolita Chiarolini, Domenico Condelli e Luca Scappini. L’evento ha ospitato anche la mostra dedicata ai “100 anni dell’Albo degli ingegneri” curata dalla Fondazione CNI. In serata, il programma culturale ha vissuto il suo apice con la visita guidata al museo MArTA.