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Fotovoltaico cinese, Parlamento Ue e associazioni contro il rinnovo dei dazi anti-dumping

Dopo la scesa in campo degli operatori del settore anche un gruppo di europarlamentari chiede l'eliminazione dei dazi antidumping che, anziché favorire il mercato lo hanno affossato

lunedì 12 ottobre 2015 - Erika Seghetti

chinaue

Dopo l'appello delle associazioni del settore anche il Parlamento Ue si schiera contro i dazi sulle importazioni di pannelli fotovoltaici di provenienza cinese. In una lettera al commissario al Commercio  Cecilia Malmström (IN ALLEGATO), 14 europarlamentari di tutti i principali gruppi politici chiedono di non rinnovare le misure anti-dumping e anti-sovvenzioni e di eliminare anche  il meccanismo “Minimum Import Price”, che impone prezzi minimi per  i pannelli provenienti dal Paese asiatico.

I dazi hanno rallentato il mercato

I dazi, introdotti a fine 2013 con l'obiettivo di contrastare la vendita sottocosto e quindi meccanismi di concorrenza scorretti, scadranno il prossimo 7 dicembre e il dibattito sul rinnovo o meno è tutt'ora aperto ed accesso. I parlamentari firmatari ritengono, però, che le imposte doganali abbiano rallentato l’industria solare degli Stati membri, con gravi conseguenze anche in termini occupazionali. Secondo i dati diffusi i posti di lavoro in questi anni sono scesi da 165mila a 120mila con installazioni passate dai  17 gigawatt  del 2012 a meno di 7 nel 2014.

Riteniamo che i dazi europei sui prodotti solari cinesi abbiano contribuito a questo rallentamento, si legge nella lettera. Un ritorno ai prezzi di mercato aiuterebbe anche i consumatori ad acquistare prodotti di qualità al miglior prezzo possibile.Favorevoli anche gli operatori del settore

Il documento firmato dagli europarlamentari segue, come accennato, quello pubblicato lo scorso 18 settembre- IN ALLEGATO- da ventuno associazioni del settore, tra cui l’italiana Assorinnovabili, con le stesse richieste e le stesse considerazioni. Gli operatori sono convinti del fatto che l'eliminazione delle misure  protezionistiche 'accrescerebbe l'intera catena del valore del solare europeo, inclusa la produzione di impianti, componenti, materiali, inverter". Piuttosto che frenare l'import dalla Cina, sottolineano le associazioni, l'Europa dovrebbe garantire un'elevata qualità e innovazione degli impianti solari, fissando severi standard e requisiti tecnici ambientali e di prestazioni.

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