Con 24 sì, 11 astensioni e 9 contrari, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato ieri il testo di disciplina organica delle attività estrattive, che è ora legge.
Prima del voto la Giunta si era espressa accogliendo i due ordini del giorno presentati: uno della maggioranza impegna l'Esecutivo ad adottare definitivamente in tempi brevi in PRAE e, vista l'importanza che il settore riveste per l'occupazione e per l'indotto economico locale, a coinvolgere in particolare le parti sociali e le organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori del settore nel processo di VAS relativo all'adozione del Piano.
L'altro - presentato dai Cinquestelle - impegna la Giunta affinché nella predisposizione del PRAE venga valutata la possibilità di inserire come criteri di sostenibilità ambientale il limite all'esercizio dell'attività estrattiva nelle riserve, nei SIC e ZPS istituti, il divieto all'esercizio di nuove attività di ricerca e di coltivazione delle sostanze minerali in una fascia di rispetto dai centri abitati, dagli alberi monumentali e da altri monumenti naturali e dei prati stabili naturali individuati; il divieto di rilascio di autorizzazioni a nuove attività estrattive nei Comuni in cui la superficie sia già coperta da attività estrattive per il 5%.
"La legge approvata oggi è frutto di un importante lavoro che ha impegnato l'assessorato e la maggioranza nell'ascolto e coinvolgimento sia di quanti operano nel settore quanto dei Comuni e delle associazioni ambientaliste per arrivare all'obiettivo che ci eravamo posti. Ovvero la creazione di una nuova disciplina organica in materia di Attività estrattive più sostenibile, che trovi un punto di equilibrio tra le esigenze delle Amministrazioni locali, quelle delle aziende e la tutela del paesaggio". Così ha commentato l'assessore regionale all'Ambiente del Giulia Sara Vito.
"Sul disegno di legge - ha spiegato l'assessore - ci sono stati legittimi punti di vista diversi, ma alla fine il lavoro è stato assolutamente soddisfacente. Abbiamo voluto questo provvedimento cercando di contemperare una nuova sensibilità sempre più diffusa verso l'ambiente con la necessità di rivedere l'impianto normativo dal quale siamo partiti. Ma il motivo più importante che ci ha spinti in questa direzione è stato la volontà di impostare un modello di sviluppo sostenibile moderno, che non consideri più l'ambiente come un problema quanto piuttosto come un patrimonio della collettività".
"Non partiamo dall'anno zero - così ancora Sara Vito - ma da un sistema consolidato del quale abbiamo tenuto conto: ecco il perché dell'importanza che rivestono le norme transitorie delle quali abbiamo tenuto conto e che ci consentiranno il traghettamento da un sistema a un altro".
Tra le cose che l'assessore ha messo in evidenza c'è anche la parte che riguarda la sburocratizzazione e l'eliminazione di tutto quel che era fine a se stesso. "Prima i procedimenti non avevano un termine - ha spiegato Vito - oggi abbiamo individuato un percorso certo, con tempi complessivi contenuti al massimo in un anno. È una grande sfida che abbiamo voluto soprattutto guardando al lavoro degli imprenditori".
Tra i diversi aspetti di novità previsti dalla legge, l'assessore all'Ambiente ha messo in evidenza il tema delle cave dismesse, il recupero di inerti, il ruolo dei Comuni, ma anche la valorizzazione di determinati materiali ritenuti strategici come la pietra ornamentale e il marmorino.
"Lo sforzo che stiamo facendo per la cura del territorio - ha concluso Vito - si traduce in termini di risorse, attenzione al rischio idrogeologico, pianificazione, predisposizione di piani di gestione delle acque e di piani di bacino. La legge approvata quest'oggi aggiunge un tassello a questo importante mosaico".