I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Barletta Andria Trani hanno eseguito un provvedimento applicativo di misura cautelare reale, emesso dal GIP del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 14 soggetti, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche utilizzando abusivamente crediti fiscali relativi ai “Bonus facciate”, “Bonus ristrutturazione” e “Sismabonus”, per un valore complessivo di oltre 52 milioni di euro.
L’operazione si è svolta contemporaneamente a Milano, Molfetta e Cerignola.
Le indagini che hanno portato all’odierna attività traggono origine da una mirata attività di polizia economico-finanziaria svolta dal Gruppo Barletta a seguito di una segnalazione proveniente dal Nucleo Speciale Tutela Entrate e Repressione Frodi Fiscali, nell’ambito di un piano di azione congiunto con la Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate per il coordinamento delle attività di contrasto in materia di cessioni dei crediti d’imposta.
Crediti fittizi e cessioni “a catena”
In particolare, la “cabina di regia”, istituita in seno alla componente specialistica del Corpo, ha evidenziato diffuse irregolarità connesse alla creazione di crediti fittizi, che sono stati successivamente oggetto di cessioni “a catena” ad altri soggetti interposti, prima di essere monetizzati presso gli istituti di crediti e gli intermediari finanziari ovvero oggetto di cessione a titolo oneroso ad altre imprese.
Gli approfondimenti richiesti dal Reparto Speciale di Roma, eseguiti anche mediante l’analisi trasversale dei dati rivenienti dalla “piattaforma di cessione crediti” e di ulteriori elementi emersi dalle banche dati in uso al Corpo, hanno consentito di acclarare che una società insistente sul territorio di Barletta, pur risultando evasore totale, aveva acquistato da 6 persone fisiche crediti d’imposta come primo cessionario, per un importo complessivo di oltre 52 milioni di euro.
La successiva attività di polizia giudiziaria delegata dalla Procura della Repubblica di Trani, opportunamente adita mediante una preliminare annotazione, ha consentito di disvelare un sistema fraudolento basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta in capo a società e a persone fisiche collegate agli organizzatori della frode; nello specifico è stato riscontrato che una società con sede a Barletta aveva ceduto crediti fittizi per lavori edili ed investimenti mai sostenuti su immobili totalmente inesistenti, nei confronti di 8 società, dislocate sul tutto il territorio nazionale, risultate in alcuni casi appena costituite, in altri qualificate come evasori totali, ovvero, in stato di decozione.
Indebita percezione di erogazioni pubbliche
Tali riscontri hanno permesso, dunque, di configurare in capo agli amministratori delle sopracitate società, artefici del meccanismo fraudolento, le ipotesi di reato di cui agli artt. 110 e 316 ter c.p. (indebita percezione di erogazioni pubbliche), in quanto i crediti d’imposta di cui sopra sono risultati originati da documenti falsi o attestazione di cose non vere – inserite nella "Piattaforma cessione crediti", messa a disposizione dall’Amministrazione finanziaria.
In particolare, la fittizietà dei crediti è stata accertata sulla base di qualificate investigazioni eseguite dalle Fiamme Gialle di Barletta, attraverso attività di osservazione e controllo, riscontri visivi, documentali ed informatici che hanno comprovato la totale inesistenza degli immobili oggetto d’intervento, nonché l’assenza di titolarità di qualsivoglia possidenza immobiliare da parte degli indagati, idonea a giustificare le ingenti opere di ristrutturazione da parte delle società titolari dei crediti di imposta che, per di più, sono risultate prive di effettive capacità economiche, patrimoniali, reddituali ed imprenditoriali correlate alla realizzazione dei citati lavori edili.
Sequestrati crediti per oltre 15 milioni di euro e beni immobili e mobili
Il provvedimento ablativo, consistente in un decreto di sequestro preventivo, anche in forma equivalente, finalizzato alla confisca dei beni mobili e immobili riconducibili agli indagati ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro crediti d’imposta effettivamente presenti nel cassetto fiscale dei soggetti economici per un importo superiore a 15 milioni di euro, diversi beni immobili, partecipazioni societarie per quote nominali aventi valore superiore ad euro 70.000 relative a n. 13 società, n. 7 autovetture, n. 7 motocicli, n. 1 orologio di pregio e blocco con relativo sequestro del saldo presente in n. 59 conti correnti intestati agli indagati.
Il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervengano sentenze irrevocabili di condanna.