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Frode nel settore edile a Lodi e in altre Province: sequestro preventivo per quasi 27 milioni di euro

Soggetti e imprese coinvolti in un meccanismo di frode fiscale e autoriciclaggio, operanti nel settore edile e con sede nel territorio delle Province di Lodi, Milano, Monza, Pavia e Foggia

martedì 30 luglio 2024 - Redazione Build News

guardia di finanza fonte Shutterstock

I Finanzieri del Comando Provinciale di Lodi hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla locale Procura della Repubblica per un importo complessivo di oltre 26,8 milioni di euro sul conto di soggetti ed imprese coinvolti in un meccanismo di frode fiscale e autoriciclaggio, operanti nel settore edile e con sede nel territorio delle Province di Lodi, Milano, Monza, Pavia e Foggia.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica ed eseguite dai militari del Gruppo di Lodi, concretizzano lo sviluppo del percorso investigativo che, alla fine del 2023, aveva portato all’esecuzione di un sequestro di oltre 2,5 milioni euro in relazione alla creazione, monetizzazione e indebita compensazione di falsi crediti d’imposta generati da lavori di ristrutturazione di facciate di edifici mai eseguiti.

Sistema di frode fiscale nel settore dei lavori edili

In tale ambito, è stato disvelato un parallelo sistema di frode fiscale nel settore dei lavori edili organizzato da cinque indagati, che hanno utilizzato dodici società cartiere intestate a soggetti prestanome, con sede formalmente dichiarata nelle Province sopra indicate, per l’emissione di un’ingente quantità di false fatturazioni (ne sono state riscontrate oltre 16.700) a favore di cinque imprese operative localizzate nel milanese, per un valore complessivo di fatture fittizie emesse ed annotate, nell’ultimo triennio, di circa 250 milioni di euro, in tal modo consentendo a tali ultime imprese di evadere le imposte e, dunque, di beneficiare di indebiti vantaggi fiscali.

All’esito delle investigazioni, sul conto dei cinque organizzatori del sistema di frode è stata rilevata la responsabilità per il reato di associazione per delinquere e, nei confronti dei medesimi soggetti e di altre 11 persone individuate quali amministratori di aziende coinvolte, sono stati contestati, a vario e diversificato titolo, i reati penal-tributari di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed occultamento o distruzione di documenti contabili. Inoltre, uno degli organizzatori è stato indagato anche per il reato di autoriciclaggio per un importo di oltre 3,4 milioni di euro, che è risultato proveniente dagli illeciti fiscali commessi ed è stato trasferito ed impiegato per l’effettuazione di investimenti nel settore immobiliare. Infine, è stata rilevata la responsabilità amministrativa dell’ente da reato in relazione agli illeciti penali commessi dagli amministratori di tre imprese beneficiarie della frode, a favore di queste ultime.

Sequestro preventivo per quasi 27 milioni di euro

Avuto riguardo alla ricostruzione effettuata in sede investigativa, il Pubblico Ministero procedente ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza ai fini della confisca per il citato importo complessivo di oltre 26,8 milioni di euro quale profitto dei reati riscontrati, che è stato eseguito dai Finanzieri del Gruppo di Lodi – contestualmente a perquisizioni effettuate anche con l’impiego di un’unità cinofila cash-dog messa a disposizione dal Gruppo di Linate – sottoponendo a vincolo 94 immobili e 14 terreni ubicati nelle Province di Como, Lecco, Milano, Novara, Padova, Pavia e Verona, la somma di circa 330.000 euro quale disponibilità finanziaria rinvenuta su rapporti bancari, 5 automobili per un valore di circa 95.000 euro e quote societarie relative a 35 società per un importo complessivo di 757.570 euro.

La misura cautelare del sequestro preventivo d’urgenza, che è stata convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lodi, si è resa necessaria per evitare che la libera disponibilità del profitto dei delitti riscontrati potesse aggravare o protrarre le conseguenze degli stessi o agevolare la commissione di altri illeciti.

Sul conto del principale organizzatore del sistema di frode fiscale investigato, che stava fruendo di una misura alternativa alla detenzione in relazione a fatti penali pregressi e diversi, l’A.G. competente, alla luce del mancato rispetto delle prescrizioni imposte e delle nuove ipotesi di reato oggetto di contestazione, ha ordinato la sospensione della predetta misura, cui è conseguito l’accompagnamento presso un istituto penitenziario.

Si rappresenta, infine, per il principio della presunzione di innocenza, che la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

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