In merito alla decisione della Provincia di Trento di disattendere il principio dell’equo compenso nella gara per l’affidamento del progetto per la realizzazione del nuovo polo ospedaliero e universitario del Trentino, la Fondazione Inarcassa ha diramato un comunicato che riportiamo.
“Qualche mese fa, il TAR Venezia, con sentenza n. 632 del 3 aprile 2024, ha affermato che l'equo compenso è da ritenere indiscutibilmente applicabile alla materia dei contratti pubblici e le Stazioni Appaltanti hanno facoltà di applicare, nelle gare per servizi di ingegneria ed architettura, il ribasso esclusivamente sulle spese generali.
La decisione non ci ha sorpreso, avendo Fondazione Inarcassa ribadito in ogni consesso, che l'equo compenso è sia una norma vigente del nostro ordinamento (L. 49/23), sia un principio fondamentale nel Codice dei Contratti (co. 2, art. 8 del D.lgs. n. 36/23).
Nei mesi successivi, diversi TAR hanno aderito all’orientamento del giudice della Serenissima e lo stesso correttivo al Codice dei Contratti, attualmente in esame nelle Commissioni Parlamentari competenti in materia, ribadisce la validità del principio dell’equo compenso.
È ormai chiaro che l'applicazione dell'equo compenso non costituisce un ostacolo alla libera circolazione degli operatori economici, né si contrappone ai principi eurounitari, anzi esso, come peraltro evidenziato a più riprese dal Legislatore, è anche una garanzia di un’adeguata qualità progettuale per la Committenza pubblica.
Per questo motivo apprendiamo, con rammarico, la decisione della Provincia di Trento di disattendere il principio dell’equo compenso nella gara per l’affidamento del progetto per la realizzazione del nuovo polo ospedaliero e universitario del Trentino.
È una scelta immotivata e poco lungimirante che, in prospettiva, non comporta alcun risparmio o riduzione dei tempi per la Pubblica Amministrazione difatti, come confermato da uno studio indipendente commissionato della Fondazione Inarcassa su dati ANAC, i ribassi eccessivi nelle gare di progettazione per i lavori pubblici hanno un effetto deleterio, in quanto comportano: ritardi, varianti, contenziosi nella fase esecutiva e minore durabilità delle opere, che in nessun caso si traducono in un vantaggio economico nel tempo per la collettività.
La Fondazione Inarcassa, naturalmente, continuerà a vigilare sulla vicenda e sull'attuazione dell'equo compenso. Questo principio, lo ribadiamo, resta fondamentale per garantire elevati standard di qualità nei servizi di ingegneria e architettura nel nostro Paese, a beneficio di tutti i soggetti coinvolti”.