Per ridurre i costi di trattamento, queste acque vengono utilizzate per 'spargimento controllato' sul terreno sfruttandone le proprietà di fertilizzante e di erbicida; tuttavia, i costi di questa operazione possono arrivare a 10 euro per metro cubo e restano aspetti negativi come l’alterazione della composizione dei terreni, il rischio di inquinamento delle falde, la difficoltà del rispetto della normativa in materia.
Secondo uno studio realizzato da ricercatori dell’Università di Salonicco un metro cubo di acque di vegetazione ha lo stesso ‘potenziale’ inquinante di 100-200 metri cubi di acque reflue urbane – sottolinea il ricercatore ENEA Silvano Tosti - Tuttavia, se opportunamente pre-trattate queste acque possono essere usate per produrre una miscela gassosa (syngas) ricca di idrogeno, CO2, metano, CO e altri gas, da utilizzare per scopi energetici.
In particolare, prove di laboratorio hanno permesso di produrre circa 18 m3 di idrogeno da 1 m3 di acqua di vegetazione: nel processo, le acque di vegetazione vengono prima filtrate e concentrate e poi inviate in un reattore dove, attraverso reazioni di steam reforming, viene prodotta la miscela gassosa.
Infatti, le acque di vegetazione sono una biomassa costituita da sostanza organica ed acqua che, una volta vaporizzata, in presenza di catalizzatori dà luogo a reazioni chimiche quali lo steam reforming che trasformano i composti organici nel syngas. Nel caso venga utilizzato un reattore a membrana è possibile separare direttamente idrogeno ultra puro e ottenere rese molto elevate.
L’energia necessaria ad alimentare il processo di reforming, che incide notevolmente sui costi di gestione, può essere fornita dalla combustione delle sanse, residuo della molitura, dalla combustione dei gas prodotti e dai recuperi termici delle apparecchiature di processo.