Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che caratterizza l’Agenda di Governo nell’ambito del Recovery Fund, costituisce per l’Italia una notevole opportunità di sviluppo e di rilancio delle politiche ambientali. Sull’argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi, su richiesta del Presidente della Commissione VIII (Ambiente) della Camera dei Deputati, ha trasmesso una propria memoria contenente proposte puntuali e spunti di natura programmatica e progettuale di interesse della categoria.
Il documento si pone in perfetta aderenza con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, nel discorso programmatico – LEGGI TUTTO - con cui ieri ha chiesto la fiducia al Senato, che in vari passaggi ha posto l’attenzione su tematiche di natura ambientale, collocando al centro delle proposte progettuali la tutela del territorio in tutte le sue componenti.
In particolare, tra le priorità per ripartire, il Premier ha mostrato preoccupazione per i cambiamenti climatici e le relative implicazioni sulla vita dell’uomo, ritenendo imprescindibile “proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale”.
Tutto questo secondo il Presidente Draghi “richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.
In dettaglio, il Consiglio Nazionale dei Geologi, intervenendo sul PNRR, evidenzia in maniera chiara la necessità di rilanciare il turismo ambientale considerando adeguatamente le emergenze geologiche rappresentate dai geoparchi e dai geositi, di sviluppare le energie rinnovabili mediante lo sfruttamento delle risorse geotermiche tra le filiere delle nuove tecnologie applicate al geoscambio termico a bassa entalpia, di proteggere il patrimonio edilizio esistente mediante l’adeguamento antisismico su tutto il territorio nazionale, di garantire una corretta gestione delle risorse idriche, di mitigare i rischi connessi al dissesto idrogeologico, sempre più impattanti anche in virtù dei cambiamenti climatici.
Gli investimenti pubblici sui quali si è soffermato il Presidente del Consiglio dei Ministri dovranno essere concentrati principalmente sulla “manutenzione delle opere ed alla tutela del territorio, incoraggiando l’utilizzo di tecniche predittive basate sui più recenti sviluppi in tema di intelligenza artificiale e tecnologie digitali”. Anche su questo, i geologi italiani sono pronti a fare la propria parte, come professionisti detentori di queste specifiche competenze.
In allegato la memoria trasmessa con le due appendici di approfondimento.
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