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Gestione immobili pubblici, il caso “sconfortante” della Toscana

Immobili delle Asl per 700 milioni di euro che non si riescono ad alienare, occupazioni e progetti che cambiano in corso d'opera. Le indagini della commissione di inchiesta e della magistratura

mercoledì 14 gennaio 2015 - Redazione Build News

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“Difficilmente il cittadino più sprovveduto potrebbe far peggio nella gestione del proprio patrimonio immobiliare”.

È impietoso il quadro descritto da Stefano Mugnai (FI), presidente della commissione di inchiesta sugli immobili delle Asl della Toscana.  

VOTATA LA RELAZIONE CONCLUSIVA. Insediata a marzo 2014 e prorogata fino al 31 dicembre 2014, la commissione ha incassato il voto favorevole di quasi tutti i commissari sulla relazione conclusiva. I lavori si sono concentrati in particolare sulla Asl 10 di Firenze: c’è un’indagine della magistratura, ma “la commissione si è impegnata sull’analisi politica dei fatti, e sulla ricerca di risposte finalizzate all’elaborazione di proposte concrete”.

IMMOBILI PER 700 MILIONI CHE NON SI RIESCONO AD ALIENARE. Per quanto riguarda gli immobili che le Asl dovrebbero mettere sul mercato, “il quadro è sconfortante”, spiega Mugnai, emerge “la difficoltà evidente ad alienare”, senza trarre “l’utilità finanziaria” che potrebbe essere riversata sulla sanità toscana. Il consigliere parla di “6-700 milioni di immobili”. “E’ tanta roba”, dice il presidente, “difficilmente il cittadino più sprovveduto potrebbe far peggio nella gestione del proprio patrimonio immobiliare”.

Tra gli immobili attenzionati quelli via Garbasso a Firenze, via Ponte di Mezzo, Calenzano in via Salvianti; gli immobili vincolati: l’ex sanatorio Luzzi a Sesto Fiorentino, l’ex sanatorio Banti a Vaglia, la situazione di Villa Basilewsky, l’ospedale di San Giovanni di Dio; e gli immobili occupati: San Salvi ed ex Bice Cammeo a Firenze.

Ci sono locazioni a prezzi ridicoli e addirittura il comodato d’uso per un ripetitore Telecom a San Giovanni di Dio, per 1500 euro l’anno.

Ci sono anche gli immobili “sfumati”, strutture dove si investe, ci si crede e si fanno progetti, ma poi “i tempi si allungano” o addirittura i progetti cambiano: ex Ospedale di Sant’Antonino (Fiesole); ex Inam (Firenze, Lungarno Santa Rosa), il “non-distretto” mai costruito in Viale Europa dalla Asl 10 nel 1997.

LA PROPOSTA FINALE: UNA CABINA DI REGIA DI ALTO PROFILO. La commissione di inchiesta propone la creazione di una struttura tecnica di alto profilo, una “cabina di regia” che, per natura e specializzazione, sia meno esposta alle pressioni politiche e dell’opinione pubblica.

“Se i finanziamenti vengono dati per una destinazione, non è che poi si può cambiarla”, osserva Mugnai; se gli immobili sono occupati “devono essere liberati”, anche se “è complicato”. Inoltre, vanno valorizzati gli immobili che si sono liberati per effetto della costruzione dei nuovi ospedali in Toscana.

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