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Gestione terre e rocce da scavo, Mattarella firma il decreto

Approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri lo scorso 19 maggio, il nuovo regolamento va ora in Gazzetta Ufficiale

venerdì 16 giugno 2017 - Redazione Build News

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto che definisce il nuovo regolamento che semplifica la disciplina di gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell’articolo 8 del decreto legge 12 settembre 2014, n.133, convertito, con modifiche, dalla legge 11 novembre 2014, n.164.

Il nuovo regolamento sarà pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale.

Ricordiamo che il DPR è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri lo scorso 19 maggio, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti.

Il provvedimento assorbe in un testo unico le numerose disposizioni oggi vigenti che disciplinano la gestione e l’utilizzo delle terre e rocce da scavo. Il decreto ha per oggetto:

- la gestione delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti provenienti da cantieri di piccole e grandi dimensioni;

- la disciplina del deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo;

- l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti;

- la gestione delle terre e rocce da scavo nei siti oggetto di bonifica.

Il testo è stato ulteriormente integrato nel tempo con il ricorso a una consultazione pubblica rivolta a cittadini, associazioni e stakeholder del settore, oltre che sulla base del parere espresso dalla Conferenza unificata, ed è tornato all’esame del Consiglio dei ministri al fine di verificare la possibilità di un migliore adeguamento alle condizioni e alle osservazioni contenute nei pareri delle Commissioni parlamentari.

LE NOVITÀ PRINCIPALI. Tra le principali peculiarità del provvedimento:

- la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche con meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli uffici pubblici. Si evitano così i lunghi tempi di attesa da parte degli operatori per la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti;

- procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti;

- una definizione puntuale delle condizioni di utilizzo delle terre e rocce all’interno del sito oggetto di bonifica, con l’individuazione di procedure uniche per gli scavi e la caratterizzazione dei terreni generati dalle opere da realizzare nei siti oggetto di bonifica;

- il rafforzamento del sistema dei controlli;

- la salvaguardia della disciplina previgente per i progetti o i piani di utilizzo approvati ai sensi, rispettivamente, dell’art. 186 del d.lgs. n. 152 del 2006 o del d.m. n. 161 del 2012.

I PIANI DI UTILIZZO E LE ALTRE ATTIVITÀ AUTORIZZATE IN BASE ALLA NORMATIVA PREVIGENTE POTRANNO ESSERE PORTATI A TERMINE. L'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ricorda che i piani di utilizzo e le altre attività autorizzate in base alla normativa previgente potranno essere comunque portati a termine.

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