Oggi, 21 settembre, è la Giornata Mondiale dell'Alzhaimer e delle demenze senili. Nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane.
Un dato, che cresce su base giornaliera, con previsioni che raggiungono i 78 milioni entro il 2030. L'OMS stima che la malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la settima causa di morte nel mondo.
In Italia, secondo stime dell’Osservatorio demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, circa 1.100.000 persone soffrono di demenza (di cui il 50-60% sono malati di Alzheimer, circa 600mila persone) e circa 900.000 con disturbo neurocognitivo minore (Mild Cognitive Impairment). Inoltre, sono circa tre milioni le persone direttamente o indirettamente coinvolte.
La Gerontecnologia
Considerando il grande numero di persone coinvolte da questa patologia, da tempo ormai medicina e tecnologia lavorano in sinergia per migliorare le condizioni di vita dei pazienti. La sinergia tra queste due aree ha portato alla nascita della Gerontecnologia che tramite tecnologie di Intelligent Assistive Technologies (IAT) è possibile compensare i deficit fisici, cognitivi e comportamentali specifici delle persone anziane e/o con demenza, quindi di ridurre anche l’onere del caregiver.
La progettazione inclusiva
Quando si pensa a edilizia inclusiva si pensa subito alle smart home. In effetti questo tipo di progettazione può essere un aiuto concreto sia per il malato che per chi lo assiste. Ad Ancona per esempio, qualche anno fa è stato presentato un sistema domotico presso CasAmica, dove all'interno del presidio ospedaliero dell’Inrca (Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani) è stata realizzata una smart house dotata di sistema di allarme e sensori automatici in tutta la casa che, collegati a una app sullo smartphone, avverte in caso di emergenza e aiuta i familiari di una persona affetta da demenza a rilevare anomalie e cambiamenti nelle abitudini del proprio caro.
Il progetto ha l’obiettivo di garantire il più a lungo possibile l’indipendenza delle persone con demenza nella propria abitazione e facilitare la vita dei familiari.
"Soprattutto nella fase iniziale della malattia" ha spiegato il Direttore scientifico dell’Inrca Fabrizia Lattanzio "gran parte dello stress e del tempo che i caregiver dedicano all’assistenza è dovuto, di fatto, ad attività di supervisione. Basti pensare che per ogni ora necessaria di assistenza effettuata da un professionista, ne vengono prestate sei da parenti o amici. Le tecnologie assistive possono quindi aiutare ad alleggerire il carico assistenziale e a ridurre in maniera significativa eventi pericolosi, come fughe di gas e allagamenti, ma anche a suggerire interventi tempestivi del personale medico-sanitario".
A completamento del progetto, agli anziani è stato dato un tablet con semplici giochi per allenare la memoria.