Continua il trend di crescita degli energy manager nominati dai soggetti obbligati, che si aggira intorno all’ 8% in cinque anni. Nel 2018 le nomine sono state 2.353. Di queste 1.589 sono relative ad energymanager nominati da soggetti obbligati e 764 da soggetti non obbligati.
Capofila tra i settori è sempre il terziario (con 483 nominati), seguito a ruota dall’industria (432 nomine), ultima la Pubblica Amministrazione che registra addirittura una diminuzione rispetto al 2017: meno della metà delle città metropolitane ha inviato la nomina, i capoluoghi di provincia che hanno nominato un energy manager sono invece 31 su 116. I comuni non capoluogo presenti sono solo 58. Il tasso di nomine relative alle regioni è pari al 35%, mentre va peggio per le province con un basso 20%.
Questi i principali dati emersi durante la mattinata di presentazione del “Rapporto sugli energy manager in Italia – Indagine, evoluzione del ruolo e statistiche” svoltasi al Ministero dello Sviluppo Economico.
“La crescita degli energy manager è un fatto positivo” ha affermato Dario Di Santo, direttore FIRE “in quanto testimonia una maggiore attenzione al tema energetico-ambientale da parte delle imprese, che possono migliorare la propria competitività attraverso un uso più efficiente delle risorse e conseguire altri benefici su aspetti quali il valore degli asset, la produttività, la sicurezza e il comfort, etc. La crescita degli energy manager inseriti nell’ambito di un sistema di gestione dell’energia e degli esperti in gestione dell’energia (EGE) sia come nominati che come collaboratori rafforzano la positività del quadro. Confidiamo che nel tempo possa crescere il numero di energy manager nominati nella pubblica amministrazione.”
Il Rapporto evidenzia che dei 1.613 energy manager interni all’azienda (sia obbligati che volontari), 296 hanno conseguito la certificazione in Esperto in Gestione dell’Energia, mentre per quanto riguarda le 740 nomine in qualità di consulente esterno ne risultano 525.Da questi dati emerge dunque come gli energy manager interni certificati siano il 18% del totale, di contro gli energy manager consulenti esterni e certificati sono il 71%. La crescita conferma la maggiore attenzione di imprese ed enti a nominare energy manager competenti, in particolare nel caso di contratti di consulenza.
Nelle medie e grandi organizzazioni l’energy manager può essere il responsabile del sistema di gestione dell’energia aziendale, come definito dalla norma internazionale ISO 50001 aggiornata nel 2018.I soggetti che hanno nominato un energy manager, siano essi obbligati o no, e che al contempo sono in possesso della certificazione ISO 50001 per il loro sistema di gestione dell’energia, risultano essere 250, quasi il 24% in più rispetto allo scorso anno. Gli incrementi rispetto al 2017 si sono verificati in tutti i settori, con il settore civile in particolare rilievo, che ha visto aumentare i soggetti nominanti certificati di più del 50%.
DIAGNOSI ENERGETICHE. Ogni anno assieme al Rapporto viene approfondito un tema specifico. Quest’anno la Federazione FIRE ha condotto un’indagine sulle diagnosi energetiche, al fine di conoscerne lo stato dell’arte con particolare riferimento a quelle eseguite per l’obbligo legislativo. Altro obiettivo che FIRE ha voluto raggiungere è l’individuazione e la comprensione delle problematiche riscontrate dai soggetti coinvolti nel processo di diagnosi ed identificare possibili miglioramenti al meccanismo.
Fra i risultati più interessanti emersi abbiamo che a valle della diagnosi energetica del 2015 la maggior parte delle imprese affermi di avere realizzato uno o più interventi fra quelli allora individuati, compresi quelli su processi o edifici.
Inoltre, si rileva che la diffusione dei sistemi di monitoraggio probabilmente non è ancora tale da soddisfare le richieste della seconda scadenza del 2019. Altro suggerimento registrato riguarda il sistema di gestione dell’energia conforme alla ISO 50001, strumento che può accompagnare le imprese verso risultati più consistenti in termini di efficientamento energetico. Questo risulta poco promosso e non abbastanza supportato.
Si ricorda che il Rapporto è stato realizzato da FIRE nell’ambito della Convenzione a titolo non oneroso del 18 dicembre 2014 con il Ministero dello Sviluppo Economico “per la promozione e la formazione della figura del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia” nominato ai sensi dell’articolo 19 della legge 9 gennaio 1991 n.10.