Con lo slogan “il nostro ingegno per lo sviluppo sostenibile” gli ingegneri veniziani iscritti all'Ordine si preparano all'importante evento in programma il 16 dicembre ore 17:00 alle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco. Location d'eccezione che, come spiegato nel corso dell'intervista dallo stesso presidente Mariano Carraro, sono un simbolo per la Città in quanto "Le procuratie erano la vecchia sede delle Assicurazioni Generali che poi abbandonarono per migrare in terraferma in una sede molto più grande e funzionale. Ma ormai legate alla storia della Repubblica di Venezia e per la loro collocazione in piazza San Marco, continuano a essere un elemento costitutivo fondamentale della piazza e della città di Venezia. Recuperate in tempi recenti grazie al progetto dell'architetto David Chipperfield, sono state inaugurate nel corso del 2002".
L'assemblea sarà, quindi, preceduta da una visita tecnica guidata alle Procuratie Vecchie, curata dal Collegio Ingegneri Venezia e The Human Safety Net, restaurate dal noto architetto David Chipperfield dove è stata allestita la mostra interattiva "A world of Potential”.
All'evento interverranno, tra gli altri, il nuovo Presidente della Federazione Regionale degli Ingegneri, Paolo Gasparetto, e il consigliere nazionale CNI, Luca Scappini, recentemente confermato nell'incarico. Nell'occasione saranno premiate due giovani colleghe di Venezia laureatesi con il massimo dei voti e lode.
Parlando dell'evento del 16 dicembre, nel corso dell'intervista, il presidente Mariano Carraro ha sottolineato che quest'assemblea - nella quale verrà esaminato e approvato il bilancio 2022 - è ormai un appuntamento consueto anche per i tradizionali saluti di Natale visto il mese in cui solitamente si svolge. Poi parlando del bilancio 2022: "è un bilancio un po' di rilancio, perché dopo i due anni di pandemia le attività sono ripartite, già nel corso di quest'anno abbiamo visto un notevole slancio che speriamo continui anche nel 2023 nonostante le criticità presenti come la guerra in Ucraina. Quest'anno per la nostra professione è stato un anno di ampia ripresa grazie anche a misure come il Superbonus e il Bonus Facciate dopo anni di fermo come nel 2020 durante il lockdown. Segnali di sofferenza sono giunti da parte di diversi iscritti che faticavano a pagare la quota di iscrizione all'Ordine. Noi infatti abbiamo deciso di ridurla".
"L'Assemblea quindi sarà l'occasione per fare un po' una fotografia della situazione attuale degli iscritti. Devo dire che per quanto riguarda gli ingegneri in generale, ma gli ingegneri di Venezia in particolare, continua un trend positivo con l'aumento delle iscrizioni. Questo perché la professione dell'ingegnere continua ad avere una sua attrattività ed è viva anche la necessità di questa figura tecnica. Per quanto riguarda i settori di attività dei nuovi ingegneri, sono veramente i più diversi, dalla sicurezza, all'elettronica fino alla biomedicina. Si va al di là dei tradizionali settori ingegneristici".
Quali sono le strategie dell'Ordine di Venezia per coinvolgere i giovani ingegneri?
"La prima strategia è di tipo economico, abbiamo una quota d'iscrizione molto ridotta per il primo anno pari a 30 €. Questo per sostenere i giovani ingegneri che, evidentemente, all'inizio della loro attività lavorativa hanno maggiori difficoltà nella produzione del loro reddito. L'altra strategia consiste nella promozione, insieme alla Federazione regionale, dell'Ordine all'interno dell'università, cioè fare in modo che i futuri ingegneri, quelli del quarto e quinto anno, abbiano la conoscenza di cosa sono gli ordini Professionali, di quali servizi offrono e di come possono affiancare i neolaureati, ancora prima che si iscrivano all'Ordine in modo da poter trovare un sostegno nella fase iniziale della carriera lavorativa".
Parlando del MOSE e del fatto che il suo azionamento ha salvato la città da danni ingenti il mese scorso, è sufficiente questa infrastruttura per difendere la città dai cambiamenti climatici?
"Non è sufficiente, ma intanto c'è di positivo che il MOSE è in fase di completamento nonostante il consueto problema della carenza di risorse e di governance della struttura. Nonostante tutto questo ci si è resi conto che il MOSE funziona e ha difeso la città dalle acque più alte. Non da tutte le acque alte perché il MOSE è nato per difendere Venezia dalle acque alte superiori al metro e dieci e questo lo sta facendo egregiamente. Rimane il problema delle acque alte fino a un metro e dieci (65-70 cm), che è la quota di piazza San Marco e fino alla più alta che è centodieci. Tant'è che la Procuratoria di San Marco, il provveditorato opere pubbliche, il ministero delle infrastrutture hanno realizzati dei pannelli in vetro davanti alla Basilica di San Marco, con un sistema di raccolta ed espulsione delle acque che fa sì che la Basilica sia al sicuro anche dalle acque alte più basse che provocavano dei danni notevolissimi alle pavimentazioni in marmo della della Basilica alle basi delle colonne e alle murature".
"Sul problema cambiamenti climatici abbiamo visto che il MOSE dovrà entrare in funzione sempre più spesso, perché il numero delle acque alte aumenta ogni anno di più e quindi bisognerà pensare a qualche altra soluzione strutturale per difendere la città di Venezia dell'innalzamento del del livello dei mari".
Infrastrutture che devono essere anche sostenibili?
"Devono essere sostenibili certamente. Le infrastrutture che si vanno a realizzare devono possedere il requisito della sostenibilità, devono essere pensate e quindi progettate con questo requisito è anche tutta la manutenzione, la vita utile dell'opera deve essere tale da garantire la sostenibilità anche quando quell'opera dovrà essere giocoforza rimossa e quindi i materiali dovranno essere compatibili con questo obiettivo. Dobbiamo svilupparci, ma in maniera sostenibile!".