I progettisti aspettano lo scenario 'post-Leed'
E' questo lo scenario che emerge: da un lato c'è l'entrata in campo di altri standard altrettando autorevoli e che stanno guadagnando gradualmente terreno nel campo del green building, dall'altro c'è una situazione di stallo per quanto riguarda la Leed v4 che non è riuscita in questi anni a soppiantare lo standard precedente e ad imporsi sul mercato. Fatto sta che il mondo della progettazione sembra alla ricerca di nuovi baluardi e di una prospettiva 'post-Leed'.
"Ho l'impressione che il movimento del design sostenibile abbia toccato il suo punto più basso. La Leed non suscita più le stesse emozioni di una volta e mi sembra che il mondo della progettazione sia in attesa del prossimo catalizzatore.”, dichiara Susan King a capo della Harley Ellis Devereaux sulle pagine di ENR. La risposta alla domanda 'Chi sarà il prossimo?', riferisce ancora King, potrebbe essere il Living Building Challenge, la certificazione sviluppata dall'International Living Future Institute che si è guadagnata negli ultimi anni una grande notorietà, ma senza suscitare il clamore che la Leed, agli albori, aveva provocato nel settore.
Mancano standard all'avanguardia
Ciò che emerge dai 'rumors' del mondo dei progettisti sono commenti di vario tipo. Da un lato si accusano gli standard di essere poco innovativi, perché, se fino a qualche anno fa alcune prescrizioni, in termini ad esempio di isolamento continuo o di facciate performanti, erano all'avanguardia, adesso sono state inserite nei codici e nelle normative che regolano il settore delle costruzioni. Dall'altro, però, la versione 4 della Leed sconta invece il fatto di essere ritenuta troppo restrittiva, eccessivamente rigida e ache piuttosto costosa. E il ritardo con cui è stata sviluppata- dettato proprio da una forte polemica da parte dell'industria chimica che accusava l'eccessiva rigidità e la poca chiarezza delle linee guida proposte per la sezione dedicata a “Materials and Resources”- ha lasciato campo libero ai potenziali competitor. In questi anni non sono nati soltanto il Green Globes e il Living Building Challenge, ma anche: Greenroads, Envision, Sustainable Sites Initiative, Green Garage Certification, WELL Building Standard, e PEER (Performance Excellence in Electricity Renewal). E molti altri. Inoltre, molti elementi di bioedilizia sono stati incorporati nei regolamenti edilizi, come la California Green Building Standards Code.
Le certificazioni hanno ancora senso?
"Se le pratiche di bioedilizia vengono incluse nei codici di costruzione di tutte le autorità competenti, le certificazioni avranno più senso?” si domanda Dan Osterman, responsabile alla sostenibilità della Sundt Construction. Molti imprenditori rintengono però che l'adozione di standard verdi nelle norme edilizie spingerà l'industria a sviluppare valori ancor più sostenibili. "Mentre i codici di costruzione incorporano gli standard green- secondo Shaun Yancey, presidente di PCL US Buildings- gli organismi certificativi manterranno, e si spera rafforzeranno, il loro ruolo di svilupparne di nuovi e sempre più all'avanguardia.”