Smart City

Green economy, presentata a Ecomondo la Relazione sulle imprese italiane

In Italia le imprese green sono il 42% del totale

mercoledì 4 novembre 2015 - Redazione Build News

green_economy_statigenerali

Le imprese italiane della green economy sono in Italia una realtà consistente in tutti i settori economici. Hanno resistito meglio delle altre alla crisi, esportano di più, vincono sul fatturato, hanno migliori aspettative per il 2015, sono soprattutto di dimensione piccola-media (nell’agricoltura sono diffuse anche fra le grandi), sono guidate per lo più da ultraquarantenni e più delle altre sono al femminile.

È quanto emerge dalla Relazione sullo stato della green economy, realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presentata ieri a Rimini nella giornata di apertura degli Stati Generali della Green Economy 2015.

Si tratta di un ampio studio sulle imprese italiane dell'economia verde, quelle che producono beni di qualità ecologica e servizi ambientali (core green) e quelle che hanno adottato modelli di gestione green (go green).

La Relazione riguarda l’industria, l’edilizia, l’agricoltura, i servizi e il commercio ed è divisa in tre parti: la prima presenta i risultati di un’indagine sulle imprese della green economy in Italia, la seconda disegna un quadro delle tematiche strategiche per la green economy in Italia e la terza fornisce dati e spunti internazionali.

SETTORI E PROFILI DELLE IMPRESE GREEN. Le imprese green sono il 42% sul totale delle imprese italiane (27,5% core green, 14,5% go green). Il maggior numero si trova nel settore dell’industria (440 mila imprese e 4,2 milioni di occupati nel 2014), dove rappresentano il 61,2%, con oltre 248 mila imprese (il 35,4% core green, il 25,8% go green). A seguire il settore dell’edilizia (complessivamente più di 500 mila imprese e 1,56 milioni di occupati nel 2014), in cui la crisi del mercato immobiliare, che ha messo in difficoltà l’edilizia tradizionale dedicata soprattutto a nuove costruzioni, ha spinto molte imprese a orientarsi verso lavori più green (le aziende a vocazione ambientale raggiungono il 51,4%). Anche nell’agricoltura (1,4 milioni di imprese e 907 mila occupati nel 2014) la crisi ha portato significativi miglioramenti ambientali tanto che le aziende green sono il 56,1%.

Nel settore commercio e alberghiero (1,42 milioni di imprese e 5 milioni di occupati nel 2014), le imprese a indirizzo green, sommando le core green e le go green, raggiungono il 29,5%. Nel settore dei servizi (1,67 milioni di imprese e 6,3 milioni di occupati nel 2014), che comprende trasporti e logistica, servizi di informazione e comunicazione, servizi finanziari e assicurativi, attività immobiliari, noleggio, agenzie di viaggio etc, le imprese a indirizzo green cominciano ad avere una certa consistenza con un 25,2%.

Guardando il profilo dell’impresa e dell’imprenditore green, emerge che la forma societaria predominante è la SRL o la SPA, si scopre che l’imprenditore verde è in prevalenza maschio, anche se la presenza femminile è più consistente nelle imprese green (il 24% contro il 20,9% nelle imprese tradizionali) e a sorpresa risulta che il verde si addice di più agli imprenditori tra i 40 e i 59 anni e che c’è addirittura un boom di ultrasessantenni nelle imprese core green (44% del totale). Le imprese green poi vincono sul fatturato: sono, infatti, più del 21% quelle che hanno visto aumentare il fatturato nel 2014 contro il 10,2% delle altre imprese. Anche sulle esportazioni è premiato il verde: le core green che esportano sono il 19,8%, le go green addirittura il 26,5% contro il 12% delle altre.

TEMI STRATEGICI E OCCUPAZIONE. Osservando i vari settori della green economy, emerge che la crisi delle rinnovabili ha prodotto serie implicazioni occupazionali. Nel 2014 in Italia c’è stato, infatti, un crollo del 71% degli investimenti in rinnovabili provocato dal taglio retroattivo degli incentivi che segue un rallentamento già verificatosi nel 2013. Già nel 2013 l’Italia, con circa 95 mila occupati diretti e indiretti, aveva fatto segnare un saldo negativo rispetto al 2011 di ben 27 mila posti di lavoro (-22%). È il fotovoltaico ad avere la performance peggiore rispetto al 2011 (-82%), seguito dai biocombustibili (-40%). Non è disponibile ancora il dato del 2014, ma, considerato il crollo dei nuovi impianti, è realistico attendersi anche un ulteriore forte calo dell’occupazione.

Ci sono anche settori in cui, tuttavia, l’occupazione è in crescita, come nell’efficienza energetica. Grazie al bonus, dal 2006 al 2013, le domande per detrazioni destinate alla riqualificazione energetica sono state 1,88 milioni per un importo di ben 22 miliardi di euro di interventi. In media sono stati occupati 40 mila addetti diretti ogni anno nella riqualificazione energetica (60 mila considerando l’indotto), con un aumento nel 2014 di 48 mila occupati diretti, che arrivano a 72 mila incluso l’indotto. Un piccolo boom occupazionale è stato registrato anche nel settore delle due ruote, dove si contano oltre 22 mila addetti che si ripartiscono in diversi settori d’impiego, tra cui il più importante è quello del turismo ciclabile che da solo ha attivato nel 2014 il 62% dei posti di lavoro.

La Relazione segnala la positiva riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche l’aggravamento del dissesto idrogeologico prodotto dal cambiamento climatico, le tendenze positive verso un circular economy, ma anche i molti ritardi come nell’eco-innovazione, gli importanti progressi compiuti dall’agricoltura di qualità ecologica, mentre nella mobilità i segni di cambiamento sono ancora insufficienti e il quadro complessivo resta carente.

La Relazione si conclude con l’esposizione di dati e spunti sul quadro internazionale. Il 2015 si chiuderà con la Conferenza internazionale sul clima, i cui esiti potrebbero avere un’influenza decisiva sulle politiche climatiche, su quelle energetiche e quindi su una parte rilevante del futuro della green economy.

LE IMPRESE DELLA GREEN ECONOMY SOTTOSCRIVONO L’APPELLO PER LA COP 21 DI PARIGI 2015. In proposito, il Consiglio Nazionale della Green Economy, in vista della COP 21 di Parigi, ha lanciato un appello ai decisori politici dagli Stati Generali della Green Economy in svolgimento a Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente, a Rimini. L’appello, aperto alle sottoscrizioni, è stato presentato nel corso di una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato rappresentanti di alcune tra le più importanti aziende nazionali. Tra le proposte contenute, c’è un invito a promuovere a Parigi un efficace accordo e attivare misure nazionali di mitigazione e adattamento (i danni causati dal cambiamento climatico sono stimati in almeno 3,5 miliardi di euro l’anno); ad adottare target legalmente vincolanti in linea con l’obiettivo dei 2 gradi centigradi.

Nell’accordo si parla anche di fiscalità ambientale e di introduzione di una carbon tax, di sfruttare l’enorme potenziale di efficienza energetica e accelerare l’uscita dalle fonti fossili. Il documento si rivolge anche al mondo agricolo: è importante che diventi protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici attraverso la promozione di modelli di gestione del suolo più sostenibili. Infine, per realizzare una transizione verso l’economia verde è necessario puntare sull’eco-innovazione e sull’economia circolare. Questo Appello, che è stato già stato sottoscritto da molte aziende tra cui Barilla, Ferrovie dello Stato, Philips, Poste Italiane, sarà sottoposto all’attenzione del Ministro dell’Ambiente Galletti e rappresenta il contributo del settore in vista della Conferenza internazionale sul clima in programma a dicembre a Parigi.

Idrogeno verde, una soluzione per l'energia del futuro. Ma oggi è ancora troppo caro

L'obiettivo crescita sostenibile è raggiungibile attraverso l'utilizzo dell'idrogeno verde. Ma al momento... Leggi


Bonus elettrodomestici green, spunta il nuovo contributo per rendere la casa più efficiente

Il governo ha allo studio l'introduzione di un nuovo bonus elettrodomestici, che... Leggi

Potrebbe interessarti
Ultime notizie
Selvicoltura sostenibile: a che punto siamo in Italia?

A Ecomondo il Consorzio Conlegno riporta al centro dell’attenzione la materia prima...



Iscriviti alla newsletter di Build News

Rimani aggiornato sulle ultime novità in campo di efficienza energetica e sostenibilità edile

Iscriviti

I più letti sull'argomento


Smart City copertina articolo
Smart cities, firmato protocollo in Toscana

Regione Toscana, Anci e Confservizi Cispel Toscana hanno siglato un protocollo per...

Dello stesso autore