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I consumi energetici nella ristorazione: la tavola rotonda "Innovare per risparmiare"

Un bar o un ristorante consuma in media ogni anno 26mila kWh di elettricità per un consumo complessivo calcolato in 8,6 miliardi di kWh. L'efficienza delle attrezzature può fare la differenza nel consumo di energia elettrica e nei costi della bolletta

venerdì 26 gennaio 2018 - Redazione Build News

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Innovare nell’ottica della sostenibilità, con uno sguardo al portafoglio. Questo il concetto sul quale si è incentrata la partecipazione di Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi all’edizione 2018 di SIGEP, Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali e Caffè, che si è svolta presso la Fiera di Rimini dal 20 al 24 gennaio. Proprio "Innovare per risparmiare" è stato il tema della tavola rotonda tenutasi lunedì 22 gennaio.

I dati di scenario rilevati dall'Ufficio Studi di Fipe mostrano quanto la ristorazione sia energivora. Ogni anno un pubblico esercizio (bar, ristoranti, self service ecc.) consuma mediamente 26mila kWh di elettricità: 9,8 volte più del consumo medio di una famiglia, per un consumo complessivo calcolato in 8,6 miliardi di kWh. Entrando nel dettaglio, emerge che le cifre variano sensibilmente in base alla tipologia di esercizio: dai 17mila kWh di un piccolo caffè ai 45mila kWh di un bar pasticceria, dai 15mila kWh di una pizzeria a taglio ai 142mila kWh di un self service. Numeri la cui portata può essere ben compresa considerando che i 25 milioni di famiglie italiane consumano complessivamente 68 miliardi di kWh.

Che il settore sia energivoro dipende sia dalla necessità di alimentare una miriade di attrezzature, sia dalla necessità di garantire ai clienti il giusto comfort degli ambienti, sia in termini di illuminazione che di temperatura. Solo nei ristoranti sono installate più di 250mila lavastoviglie, 540mila frigoriferi e 280mila celle. Per non parlare delle centinaia di migliaia di forni o delle 200mila macchine per l'espresso nei bar.

L'efficienza di queste attrezzature può davvero fare la differenza nel consumo di energia elettrica e nei costi per la bolletta. A un anno dall’entrata in vigore della legge che ha reso obbligatori nei ristoranti, e non solo, i frigoriferi a risparmio energetico, la tavola rotonda promossa da Fipe è stata l’occasione per una riflessione fra gli operatori della filiera del freddo, dai produttori ai consumatori/pubblici esercizi. Si è discusso di come si è sviluppata la rivoluzione annunciata il 1° luglio 2017 (che prevedeva un taglio secco tra il 30 e il 50% dei consumi energetici con un risparmio attorno ai 1000 euro l’anno) per effetto dell’obbligo dell’etichettatura energetica prevista dai nuovi Regolamenti europei. FIPE si propone, quindi, di informare i propri associati con semplici linee guida per orientarli verso scelte consapevoli che portino a risparmiare senza rinunciare all’innovazione.

“Rinnovare le attrezzature non è solo necessario per tagliare i consumi, ma è indispensabile per migliorare le performance complessive delle aziende”, ha dichiarato Matteo Musacci, Presidente Fipe Emilia Romagna. “Certo la bassa marginalità delle aziende rende spesso difficile affrontare investimenti importanti ma intervenire su sprechi, inefficienze e malfunzionamenti permette sicuramente di ridurre i consumi con semplici e piccole accortezze da adottare nel processo di lavorazione. Non bisogna poi dimenticare l’obsolescenza del parco attrezzature e la necessità che anche la ristorazione possa contare su un tax credit come quello oggi in vigore per il settore alberghiero per fare innovazione. Inoltre ci sono alcuni incentivi che possono essere utilizzati come quelli rinnovati con il bando del mese di novembre 2017 del Ministero dello Sviluppo Economico e con la legge di Bilancio 2018”, ha concluso Musacci.

Nel corso della tavola rotonda è stato fatto il punto sullo stato dell’arte e su come aiutare le piccole imprese a rinnovarsi, visti gli investimenti che l’innovazione tecnologica richiede e le difficoltà che i piccoli imprenditori riscontrano nell’adeguarsi alle normative. Si è parlato di “diagnosi energetica”, un vero e proprio esame per analizzare i costi dell’esercizio e individuare gli sprechi per migliorare l'efficientamento energetico dell'azienda stessa. Individuati gli sprechi, le inefficienze e i malfunzionamenti sui quali intervenire, è possibile ridurre i consumi con semplici accortezze da adottare nel processo di lavorazione, che consentono al contempo di utilizzare al meglio gli incentivi disponibili.

Fipe, presente in Sigep con uno spazio espositivo situato nella Hall Sud, ha raccolto le istanze di chi vuole approfondire i temi relativi alle ultime novità riguardanti l’innovazione tecnologica introdotta dalla normativa europea che ha reso obbligatoria la classificazione energetica dei frigoriferi professionali, agli incentivi previsti per l’efficientamento energetico e al “Conto Termico” con l’obiettivo di risparmiare sul costo della bolletta elettrica.

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