“Prendi il bonus da 600 euro? Allora ti taglio il compenso..e..compensiamo”. E’ una frase simile a questa, quella che alcuni collaboratori potrebbero aver sentito pronunciare dal collega titolare dello studio professionale con il quale lavorano a partita iva. Ed è quello che è comunque successo ad alcuni, soprattutto giovani professionisti, che lavorano presso studio di ingegneri o architetti, che hanno avuto accesso ai famosi 600 euro, e ai quali il titolare ha abbassato la quota mensile.
“Da tutto ciò Inarsind si dissocia totalmente, è un comportamento scorretto”. Purtroppo, infatti, giungono a Inarsind segnalazioni da parte di ingegneri e architetti ai quali, da parte di certi ‘colleghi’ tra virgolette, vengono fatte richieste di ‘compensare’ il bonus di 600 euro ricevuto da Inarcassa con le loro spettanze mensili. Attenti quindi ai “furbetti del bonus”.. pratica inaccettabile.
Secondo Inarsind “è evidente che i soggetti verso i quali viene rivolta la richiesta sono le cosiddette partite IVA monocliente, che già da tempo avrebbero dovuto rappresentare argomento di un’articolata riflessione, capace di fissare le corrette forme di organizzazione del lavoro all’interno di un panorama in grado di diradare, se non di eliminare del tutto, quelle costanti nebbie che da anni avvolgono la professione, tanto da rendere a volte incerta e instabile la quotidianità”.
In questa fase così delicata della vita professionale e dei rapporti sociali che stiamo attraversando, Inarsind esprime la totale contrarietà verso simili richieste, che giudica indebite e che rischiano di disperdere l’organizzazione di studio, autentico patrimonio costruito nel tempo, la cui conservazione, e continuità, devono essere considerate elementi importanti, in grado di fornire un contributo per nulla trascurabile per la ripresa.