“Se il provvedimento diventasse legge si andrebbe ad incidere pesantemente sull'assetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, che attualmente è in capo alle Autorità di Bacino. La soppressione delle Autorità di Bacino regionali ed interregionali, prevista dal provvedimento in via di emanazione, priverebbe il territorio delle uniche strutture esistenti in grado di inquadrare la pianificazione e, in generale, i processi della complessa dinamica dell'acqua e del suolo nell'ambito - come è corretto che sia - dei bacini idrografici di riferimento”.
È il parere del Consiglio Nazionale dei Geologi che è stato audito presso la Commissione Ambiente del Senato sul Disegno di Legge “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali” (collegato alla legge di stabilità 2014), approvato dalla Camera dei Deputati nella seduta del 17 novembre 2014, ed attualmente all'esame della 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato.
MACRO ACCORPAMENTI. “La proposta di revisione della parte terza del D.Lgs. 152/2006 in materia di Difesa del Suolo, conferma, ed in qualche misura aggrava, i macro accorpamenti operati dal D.lgs 152/2006, che, di fatto, fanno coincidere le Autorità di Bacino di Rilievo Nazionale istituite ai sensi della L. 183/89 con le costituende Autorità di Bacino Distrettuali”, osserva il Consiglio nazionale dei geologi.
“Il territorio nazionale è attualmente nella competenza delle Autorità di bacino di rilievo nazionale solo per il 37% della sua estensione – dichiara il CNG - mentre per il restante 63% l’assetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo è in capo alle Autorità di bacino interregionali e regionali.
Pur ammettendo inefficienze, ritardi organizzativi, conflittualità di competenze, non si può non riconoscere che oggi nel nostro Paese, l'attuale assetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo, che ha il suo perno fondamentale nelle Autorità di Bacino di rilievo Nazionale, Interregionale e Regionale, rappresenti un presidio tecnico fondamentale a tutela della residua integrità fisica del territorio”.
SI DISATTENDE ANCHE LA DIRETTIVA COMUNITARIA. “L'assetto organizzativo delle istituende Autorità di Bacino Distrettuali, per come formulato nel testo di Legge in questione – evidenzia il Consiglio Nazionale dei Geologi - travisa i presupposti tecnici di adeguamento alla Direttiva Comunitaria 2000/60 a cui si richiama, e risulta essere funzionale più a logiche corporative e di interesse economico, piuttosto che alla efficacia del sistema”.
LE RICHIESTE DEI GEOLOGI. Il Consiglio Nazionale dei Geologi “chiede in prima istanza che la Difesa del Suolo venga stralciata nel suo complesso dalla proposta di Legge in questione. Restiamo convinti che solo il controllo capillare del territorio, operato da tecnici specializzati (in questa direzione si muove la proposta di legge sul “geologo di zona” che abbiamo promosso ed è attualmente all'esame del Parlamento) possa garantirci il contrasto all'attuale insostenibile ed irresponsabile uso del suolo alla base delle tante catastrofi che siamo purtroppo chiamati a commentare quotidianamente. E siamo decisamente contrari a qualsiasi approccio emergenziale, ritenendo convintamente che solo la prevenzione in regime ordinario possa consentire di raggiungere l'obiettivo prioritario della messa in sicurezza del territorio evitando sprechi di risorse economiche e tecniche”.
In subordine il CNG chiede che “si proceda alla ridelimitazione dei Distretti Idrografici e all'organizzazione del sistema di pianificazione distrettuale secondo criteri più aderenti all'assetto territoriale del territorio Italiano nel rispetto dei principi ispiratori della Legge 183/89 che conservano la loro valenza tecnico-scientifica. In particolare si potrebbero riprendere in considerazione le proposte, a suo tempo valutate ed approvate dalla Conferenza Stato-Regioni, che prevedevano una maggiore articolazione nella delimitazione dei distretti relativi all'Appennino meridionale e centrale. Tali proposte prevedevano l'istituzione di n. 12 Autorità Distrettuali a fronte delle attuali 8 previste”.