Matteo Salvini, nuovo ministro delle infrastrutture, è intervenuto online durante il 66° Congresso Nazionale degli ingegneri italiani per rispondere alle domande degli ingegneri. "Vi ringrazio per l'invito ed è il primo a cui accetto di partecipare perché sono ministro da soli 4 giorni e preferisco organizzare prima il ministero e organizzare il lavoro, ma al vostro invito non ho potuto dire di no"
Tante le sfide che avvicinano il mondo dell'ingegneria al ministero delle infrastrutture e che saranno al centro della vita economica del Paese nei prossimi anni. Tra le priorità dei prossimi mesi la riforma del Codice degli Appalti: "Sicuramente nell'appaltistica gli ingegneri dovranno ricoprire un ruolo fondamentale, questo perché riguardando le 117 opere commissariate ci sono situazioni paradossali, quindi il sistema non funziona. Colgo l'occasione per chiedere in diretta a Presidente Zambrano la disponibilità per un incontro già settimana prossima a Roma per la bozza del nuovo Codice degli Appalti.
Ma ci sono già dei tempi per la riforma? L'approvazione preliminare in Cdm, secondo l'agenda del ministro, dovrebbe arrivare nei primi di dicembre, quindi risulta decisivo chiudere la riforma nelle prossime settimane anche alla luce delle scadenze per PNRR previste a marzo 2023.
“Ci auguriamo di scrivere insieme al ministero anche una norma per la sicurezza degli edifici come il sisma bonus, gli ingegneri sono disponibili, anche per la manutenzione delle opere, anche il ponte sullo stretto”, dice Zambrano
Non poteva poi mancare una domanda al neo ministro sul PNRR e eventuali ritardi: "Con l'incremento di materie prime ed energie si sono verificati necessariamente dei rallentamenti ma sono ottimista e fiducioso. Ci sono tante opere in ballo e tanti progetti interessanti che ci impegnamo ad avviare come il ponte sullo stretto".
Sul ritorno al nucleare, invece, Salvini non ha dubbi: "Assolutamente sì, non possiamo limitarci solo per ideologia".
Il ministro prima di salutare i presenti ha lasciato tutti con un augurio, ovvero che gli ingegneri si facciano interpreti nei prossimi anni di un nuovo Rinascimento, perché non c'è sistema Paese senza infrastrutture e senza la spinta all'innovazione degli ingegneri italiani.