Nei giorni scorsi il Consiglio Nazionale Ingegneri ha trasmesso al Ministro dello Sviluppo Economico, sen. Stefano Patuanelli, il documento predisposto dal Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione (C3I). Il dossier riporta una serie di proposte normative finalizzate a garantire misure di semplificazione e snellimento dei procedimenti, migliori garanzie per gli investimenti strategici, regolamentazioni specifiche per il codice dei contratti ed alcune raccomandazioni a supporto della P.A., relativamente al settore dell’ICT (Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, i computer, le tecnologie audio e video, e relativi software destinate allo scambio delle informazioni).
Le infrastrutture informatiche, infatti, rappresentano un asset strategico per il Paese, necessario per garantire la sicurezza, i servizi, l’istruzione, il lavoro e diversi altri aspetti fondamentali. Tale caratteristica di “bene primario” risulta ancor più evidente a seguito della dilagante emergenza epidemiologica che ha generato un picco improvviso di utilizzo di infrastrutture digitali a carico delle Pubbliche Amministrazioni.
Il Comitato ha quindi, per il tramite del CNI, sottoposto all’attenzione del Governo la necessità che vengano impiegate figure professionali regolamentate e riconosciute, tali da poter svolgere procedure di supporto alla Pubblica amministrazione, secondo il principio di sussidiarietà.
Per cominciare è stata rappresentata la necessità di prevedere, per i sistemi ICT nei settori strategici quali sanità, trasporti, energia, telecomunicazioni, finanza, che le fasi di progettazione, direzione lavori e collaudo, come in altri settori, vengano svolte da professionisti iscritti agli Ordini, in particolare gli Ingegneri dell’Informazione, specialisti della materia, al fine di evitare carenze da un punto di vista di efficienza, efficacia ed affidabilità dei sistemi in questione.
In secondo luogo, occorre l’introduzione di un requisito ulteriore ai fini dell’iscrizione nell’elenco degli “Innovation Manager” tenuto dal MiSE: l’iscrizione ad un Ordine professionale, unitamente al necessario possesso di un attestato di certificazione delle competenze emesso da un Ente riconosciuto ed accreditato, che offrirebbero un’indispensabile garanzia per la sicurezza e l’efficienza dei sistemi, considerato l’alto grado di complessità dei progetti d’innovazione e trasformazione digitale.
Anche nel caso di valutazione di progetti ICT particolarmente complessi, è necessaria la presenza nella commissione di valutazione di un ingegnere iscritto all’Ordine nel settore dell’informazione.
E’ stata proposta, infine, l’istituzione di tre nuove categorie di opere specializzate per l’attestazione SOA: OS36 (sistemi informativi, gestione elettronica del flusso documentale, dematerializzazione e gestione degli archivi), OS37 (reti locali e geografiche, cablaggi strutturali, impianti in fibra ottica) e OS38 (elettronica industriale, sistemi a controllo numerico, sistemi di automazione e robotica). Infatti, è fondamentale che la progettazione, lo sviluppo e la direzione lavori dei sistemi ritenuti complessi o critici, dovranno essere di competenza dei tecnici abilitati iscritti agli albi.
Infine, in vista di importanti investimenti pubblici mirati alla realizzazione di Data Center per la fornitura di servizi Cloud, il CNI ritiene necessario che per garanzia, identificabilità e responsabilità professionale, la progettazione e direzione dei lavori degli stessi debba essere eseguita da ingegneri dell’Informazione iscritti all’albo, impegnati anche al rispetto di regole ed obblighi deontologici e di tutela dei committenti.
In conclusione, il CNI ha chiesto al Ministro di fare proprie le proposte presentate e promuoverne l’inserimento nel D.L. di successiva emanazione e relativo alle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica da COVID-19.