Le piogge di
questi giorni non devono illudere perché la siccità ha ragioni profonde: carenza
idrica e processo di desertificazione non sono infatti fenomeni episodici ed
emergenziali, ma stanno diventando strutturali in diversi Paesi, tra cui
l’Italia.
Per questa
ragione è stata istituita a livello governativo una cabina di regia che si è
riunita per la prima volta agli inizi del mese sotto la guida del commissario straordinario Nicola Dell’Acqua. Al termine della riunione ha commentato
fiducioso. “I ministeri sono molto organizzati, hanno tutti i dati provenienti
dalle regioni, e cercheremo di elaborarli. I ministeri hanno già in mente le
priorità”.
Non esiste ovviamente
un’unica e facile soluzione alla crisi e a parere di alcuni esperti sentiti dal
Sole24Ore sta aumentando la necessità
di dover ricorrere a soluzioni alternative di approvvigionamento idrico come
la dissalazione o il trattamento delle acque reflue. Non a caso quindi nel
recente decreto Siccità sono state previste norme che semplificano gli iter
autorizzativi per la realizzazione dei dissalatori.
“I
dissalatori afferma Massimiliano Bianco, ceo di Suez Italia – nello scenario
climatico attuale e futuro sono una soluzione interessante, idonea oltretutto a
gestire picchi di consumo, ad esempio in alcuni territori turistici come il Sud
o le Isole. C’è bisogno di un mix intelligente di sistemi di
approvvigionamento, per coprire un fabbisogno di sicurezza, ma anche per
coprire i picchi stagionali. Credo che la prospettiva di una integrazione tra
diverse soluzioni sia destinata a crescere”.
“La scarsità d’acqua nel nostro Paese afferma Paola Bertossi, ceo di Fisia Italimpianti -non si può più considerare un fatto straordinario. Dobbiamo considerare tutte le opzioni che abbiamo a nostra disposizione e la dissalazione è una soluzione, anche per l’Italia, sia a uso irriguo, sia a uso potabile. A Taranto sta per partire la gara per realizzare il più grande dissalatore del Paese, comunque di taglia ridotta rispetto ai grandi impianti attivi in Israele o Medio Oriente”.
Necessario sviluppare una filiera
La strada per lo sviluppo di una filiera industriale a supporto di questi impianti però è ancora molto lunga. Secondo un recente documento della società di consulenza Althesys, a livello globale esistono 19.700 impianti di dissalazione, per quasi 100 milioni di mc di acqua prodotta al giorno. In Italia però gli impianti sono solo 12 e tutti di piccola taglia (con l’eccezione di quello di Cagliari, che serve la raffineria Saras), che producono circa 290 milioni di mc di acqua al giorno, contro i quasi 2,2 miliardi di mc della Spagna, il Paese europeo che, con 765 impianti, ha investito maggiormente in questo mercato.