Il processo di transizione energetica avviata nel nostro Paese richiede una rapida accelerazione alla luce dei recenti avvenimenti geopolitici che stanno mettendo in crisi l’approvigionamento del nostro sistema energetico nazionale, ancora troppo dipendente dalle fonti fossili provenienti dall’estero.
Il “Piano nazionale integrato per l'energia e il clima per gli anni 2021-2030” punta all’idrogeno come una delle soluzioni chiave per favorire il processo di decarbonizzazione nei diversi settori ad alto impatto ambientale e contribuisce alla strategia dell’Unione Europea che prevede la riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica al 2050.
L’Italia nel novembre 2020 ha presentato le linee guida sull’idrogeno propedeutiche alla definizione di una Strategia Nazionale per l’idrogeno. Lo scenario disegnato dal Governo prevede di raddoppiare l’attuale copertura dei consumi energetici finali che si attesta all’1% entro il 2030 e successivamente di incrementare la produzione per consentire il raggiungimento del traguardo del 20% al 2050.
A che punto siamo sul fronte dell’idrogeno? Qual è lo stato dell’arte da un punto di vista di produzione e di utilizzazione? E quali le strategie in atto e le soluzioni disponibili per raggiungere gli obiettivi ambiziosi indicati dal Governo? Si è cercato di rispondere a queste domande in occasione del convegno AiCARR intitolato “IDROGENO E FUEL CELLS: TECNOLOGIE PROMETTENTI PER IL FUTURO” e svoltosi il 19 maggio presso il Politecnico di Bari.
Dallo scenario energetico alle tecnologie disponibili
L’evento, strutturato in una sessione mattutina e una pomeridiana, ha approcciato, e approfondito, la tematica dell’idrogeno a tutto tondo. A partire da una panoramica generale, con l’intervento del Prof. Ennio Macchi del Politecnico di Milano, dedicato al ruolo dell’idrogeno in un contesto di transizione energetica e decarbonizzazione. Tematiche a cui si è allacciato anche il Prof. Riccardo Amirante del Politecnico di Bari, circoscrivendo la propria analisi all’economia dell’idrogeno verde.
Al centro della discussione anche la produzione dell’idrogeno, a cui il settore delle biomasse, come emerso dall’intervento del Prof. Franco Cotana dell’Università di Perugia, sta contribuendo considerevolmente.
Altro tema chiave è quello dello stoccaggio, approfondito dalla Prof.ssa Paola Rizzi dell’Università di Torino, che ha fatto il punto su materiali e tecnologie. Mentre Matteo Cazzola di Pietro Fiorentini S.p.A. ne ha delineato le sfide nel trasporto e nella contabilizzazione.
Gli ultimi due interventi della sessione mattutina sono stati infine dedicati alle celle a combustibili. Il Prof. Massimo Santarelli del Politiecnico di Torino ne ha illustrato la storia, le tecnologie attualmente disponibili, evidenziandone prestazioni e limiti. Mentre Andrea Tomasi di SolidPower S.p.A. ha dedicato il proprio intervento alle celle a combustibile ad ossidi solidi come un’opportunità per la microcogenerazione.
Applicazioni e soluzioni disponibili sul mercato
La sessione pomeridiana si è aperta con il contributo di Alberto Zinno di STRESS scrl dedicato agli aspetti normativi e legislativi connessi all’idrogeno. Mentre il Professor Umberto Berardi del Politecnico di Bari ha affrontato la tematica del dimensionamento e dei beneifici ambientali di un sistema ibrido per l’edilizia residenziale. E’ stato poi presentato, da parte di Marcello Tezze di Steam S.r.l. e Roberto Mancin di Prodim srl, un caso studio: l’installazione di celle a combustibile ad elevata temperatura per la cogenerazione a servizio dell’aeroporto di Torino.
Francesco Massari di ELSAC Engineering srl ha invece approfondito la tematica degli elettrolizzatori per la produzione e gestione di idrogeno verde.
Il convegno si è concluso con uno sguardo al mercato. Mauro Farronato di Baxi S.p.A. ha illustrato il ruolo delle caldaie ad idrogeno, mentre Julien Nyst di Giacomini S.p.A. ha dedicato il proprio intervento alle possibilità offerte dalle caldaie catalitiche.