L’edizione 2018 del Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia, la seconda dedicata a questo tema, fornisce il quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale e presenta gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali.
Il Rapporto è redatto dall’ISPRA nell’ambito dei propri compiti istituzionali di raccolta, elaborazione e diffusione dei dati in materia di difesa del suolo e dissesto idrogeologico riferiti all'intero territorio nazionale (artt. 55 e 60 del D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”).
Le nuove Mosaicature nazionali di pericolosità, realizzate sulla base dei Piani di Assetto Idrogeologico – PAI Frane e delle mappe di pericolosità idraulica secondo gli scenari del D. Lgs. 49/2010, tengono conto degli aggiornamenti forniti dalle Autorità di Bacino Distrettuali. Rispetto all’edizione 2015, emerge un incremento del 2,9% della superficie complessiva classificata a pericolosità da frana e del 4% della superficie a pericolosità idraulica media. L’incremento è legato principalmente a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti.
La metodologia adottata da ISPRA per la produzione degli indicatori di rischio risponde a criteri di trasparenza e replicabilità. I risultati sono stati restituiti su base nazionale, regionale, provinciale, comunale e aggregati per macro-aree geografiche e per ripartizione dei fondi strutturali.
I PRINCIPALI DATI DELL’EDIZIONE 2018
Il 91% dei comuni italiani (7.275) sono a rischio per frane e/o alluvioni; il 16,6% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità; 1,28 milioni di abitanti sono a rischio frane e oltre 6 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Le famiglie a rischio frane e alluvioni sono rispettivamente 538.034 e 2.648.499. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono 550.723 (3,8%), quelli ubicati in aree allagabili nello scenario medio (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni) sono 1.351.578 (9,3%).
Le industrie e i servizi ubicate in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83.000 con 217.608 addetti esposti a rischio. Sono esposte al pericolo di inondazione nello scenario medio, 596.254 unità locali di impresa (12,4% del totale) con 2.306.229 addetti a rischio.
Il rapporto contiene anche una stima dei Beni Culturali a rischio frane e alluvioni. L'Italia è uno straordinario museo all'aperto con 53 siti Unesco e oltre 200.000 beni architettonici, monumentali e archeologici. I Beni Culturali potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 11.712 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente 37.847 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I monumenti a rischio alluvioni sono 31.137 nello scenario a pericolosità media e raggiungono i 39.426 in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi. Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili.
Gli indicatori di rischio e la cartografia online rappresentano un utile strumento a supporto delle politiche di mitigazione del rischio, per l’individuazione delle priorità di intervento, la ripartizione dei fondi, la programmazione degli interventi di difesa del suolo. In ambito europeo (Accordo di Partenariato Italia-UE) gli indicatori della popolazione a rischio sono stati selezionati per la valutazione dell’efficacia delle misure dei Fondi strutturali 2014-2020.
In allegato la sintesi del Rapporto