Dopo settimane passate a discutere di equo compenso e dopo l’apertura a tutte le professioni di tale concetto, inserita nel disegno di legge di Bilancio 2018, abbiamo di fronte dei nuovi casi Catanzaro in cui si bandiscono incarichi professionali con base d’asta 1 euro.
“La Sentenza n° 4614 del Consiglio di Stato fa scuola, nonostante l’obbligo di cui all’art.24 c.8 del Codice dei Contratti di porre a base d’asta l’importo determinato secondo il D.M. 17.06.2016”, commenta Inarsind.
Il Comune di Solarino (SR) ha pubblicato nei giorni scorsi due bandi di gara per la progettazione e DL dei Lavori di efficientamento energetico di due plessi scolastici in cui, mentre viene quantificata in base al D.M. 17.06.2016 l’importo da porre a base d’asta relativo alla direzione dei lavori, l’importo per la progettazione viene quantificato pari ad 1 euro con la seguente motivazione:
Nella progettazione è stato considerato legittimo secondo quanto stabilito dalla recente sentenza del C.d.S. (Sez. V, n. 4614 del 03.10.2017), l'affidamento dell'incarico al prezzo simbolico di 1 € sul presupposto che il ritorno economico non va strettamente connesso ad un introito finanziario ma può ben essere legato ad altre utilità, pur sempre economicamente apprezzabili, generate dal contratto stesso quali il ritorno di immagine o l'implementazione del curriculum.
IL COMMENTO DI INARSIND. “È inaccettabile – commenta Inarsind - che si possa continuare ad operare in spregio alla normativa vigente, il comportamento tenuto dalla stazione appaltante in oggetto dimostra che il Codice degli Appalti, che avrebbe dovuto garantire l’impossibilità di un “Catanzaro 2”, non ha alcun valore e può essere bypassato in funzione della Sentenza n°4614 che diventa faro nella notte per le Amministrazioni che necessitino di affidare incarichi in mancanza di fondi o che semplicemente vogliano mettere in atto un risparmio per le proprie casse, da utilizzare a piacimento, peraltro nel caso specifico senza alcun riferimento ad un eventuale contratto di sponsorizzazione di cui all’art.19 del Codice.
Si genera così una realtà completamente distorta in cui la definizione di cosa potrà essere appaltato secondo i criteri del D. Lgs. 50/2016 e cosa possa sottostare ai concetti espressi nella Sentenza n°4614 sarà lasciata alla libertà delle stazioni appaltanti, una situazione inaccettabile su cui va fatta immediata chiarezza.
I fatti del giorno dimostrano che si sono aperti definitivamente gli “Inquietanti scenari” che Inarsind aveva descritto nelle scorse settimane, in cui la dignità della libera professione viene calpestata e regna il libero arbitrio sulle modalità di affidamento degli incarichi pubblici.
Il coordinamento regionale di Inarsind Sicilia ha prontamente inviato segnalazione all’Anac in merito ai bandi in oggetto e chiesto il ritiro della procedura alla stazione appaltante”.
Inarsind “intende continuare con la massima decisione la propria azione nella denuncia di tutti i casi che, appoggiandosi alla Sentenza che ha sdoganato il concetto della legittimità del lavoro gratuito, pretenderanno di considerare i liberi professionisti dei lavoratori di serie B, non degni di essere remunerati a fronte peraltro di una serie infinita di costi obbligatori da sostenere per formazione, previdenza, assicurazione, POS, fatturazione elettronica etc e della responsabilità che la professione comporta nell’interesse peraltro in primis della collettività.
Inarsind chiede nuovamente, con forza, a Parlamento, Governo ed Anac di prendere posizione decisa su quanto accaduto a tutela della legalità e trasparenza negli appalti pubblici”.