È stato definitivamente approvato il Dl 87/2018 (“Disposizioni urgenti per la dignità deilavoratori e delle imprese”), che contiene misure per il contrasto al precariato, alla delocalizzazione e alla ludopatia, nonché misure in materia di semplificazione fiscale. Nel corso dell’iter di conversione in legge, il testo del decreto, oltre alla conferma di numerose disposizioni, ha subito diverse e significative modifiche. A seguire, ricapitoliamo i principali interventi in ambito tributario.
Iper ammortamento
Il decreto modifica la disciplina dell’iper ammortamento. L’agevolazione, consistente in una maggiorazione del 150% del costo di acquisizione di beni materiali strumentali nuovi, è stata introdotta dalla legge di stabilità 2017 per favorire i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” – cfr articolo 1, commi da 9 a 11, legge 232/2016 e Allegato A, per l’elenco dei beni agevolabili). In particolare, si stabilisce che:
• L’iper ammortamento spetta a condizione che i beni agevolabili siano destinati a strutture produttive situate in Italia
• Se nel corso del periodo di fruizione della maggiorazione, i beni agevolati vengono ceduti a titolo oneroso o sono destinati a strutture produttive situate all’estero (anche se appartenenti alla stessa impresa), si procede al recupero dell’iper ammortamento; dal punto di vista contabile, il recupero avviene attraverso una variazione in aumento del reddito imponibile del periodo d’imposta in cui si verifica la cessione a titolo oneroso o la delocalizzazione dei beni agevolati, per un importo pari alle maggiorazioni delle quote di ammortamento complessivamente dedotte nei precedenti periodi d’imposta, senza applicazione di sanzioni e interessi
• Le disposizioni in materia di recupero del beneficio non si applicano alle ipotesi di “interventi sostitutivi” previsti dalla legge di bilancio 2018 (cfr articolo 1, commi 35 e 36, legge 205/2017, secondo i quali se nel corso del periodo di godimento dell’iper ammortamento, si verifica la vendita del bene agevolato, non viene meno la fruizione delle residue quote del beneficio a condizione che, nello stesso periodo d’imposta del realizzo, l’impresa provveda a sostituire il bene originario con un altro nuovo avente caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori a quelle previste dalla normativa sull’iper ammortamento; inoltre, nel caso in cui il costo di acquisizione dell’investimento sostitutivo sia inferiore a quello del bene sostituito, e sempre che ricorrano tutte le altre condizioni richieste, la fruizione del beneficio prosegue per le quote residue fino a concorrenza del costo del nuovo investimento)
• Le previsioni in materia di “interventi sostitutivi” si applicano anche in caso di delocalizzazione dei beni agevolati
• Non si procede al recupero dell’iper ammortamento qualora i beni agevolati siano per loro stessa natura destinati all’utilizzo in più sedi produttive, e pertanto, possano essere oggetto di temporaneo utilizzo anche fuori dell’Italia
Le nuove disposizioni sull’iper ammortamento si applicano agli investimenti effettuati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legge, cioè dopo il 14 luglio 2018.
Redditometro
Queste le novità previste in materia di redditometro:
• Viene abrogato il Dm 16 settembre 2015 (“Accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche, per gli anni d’imposta a decorrere dal 2011”) e si stabilisce che le sue disposizioni cessano di avere efficacia per gli anni di imposta successivi al 2015
• Il Dm abrogato verrà sostituito da un nuovo decreto che individua gli elementi indicativi di capacità contributiva; decreto che il Mef potrà emanare solo dopo aver sentito l’Istat e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori per gli aspetti riguardanti la metodica di ricostruzione induttiva del reddito complessivo in base alla capacità di spesa e alla propensione al risparmio dei contribuenti
• Si stabilisce che le nuove disposizioni non si applicano agli inviti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento, per gli anni di imposta fino al 31 dicembre 2015. In ogni caso non si applicano agli atti già notificati e non si procede al rimborso delle somme già pagate
Si ricorda che la disciplina del redditometro è dettata dall’articolo 38, Dpr 600/1973.
Spesometro
Il decreto interviene anche sulla disciplina della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute a cui sono tenuti i soggetti passivi Iva (spesometro – articolo 21, comma 1, Dl 78/2010). In sintesi, queste le novità:
• La comunicazione dei dati relativi al terzo trimestre 2018 deve essere effettuata entro il 28 febbraio 2019 e non più entro il prossimo 30 novembre
• In caso di opzione per la trasmissione con cadenza semestrale, i termini di invio sono fissati al 30 settembre per il primo semestre e al 28 febbraio dell’anno successivo per il secondo semestre
• I contribuenti, assoggettati alle disposizioni in materia di fatturazione elettronica, obbligati alla comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute, sono esonerati dall’obbligo di annotazione delle fatture nei registri Iva
• Viene abrogata la norma (articolo 36, comma 8-bis, Dl 179/2012) che prevedeva l’invio dello spesometro da parte dei produttori agricoli di limitate dimensioni, che applicano il regime di esonero previsto dall’articolo 34, comma 6, Dpr 633/1972 (produttori agricoli con volume di affari non superiore a 7mila euro)
• Quindi si prevede che a partire dal 1° gennaio 2018 l’esonero dall’invio dello spesometro è esteso a tutti i produttori agricoli di limitate dimensioni assoggettati al regime speciale previsto dall’articolo 34, comma 6, Dpr 600/1972 (in precedenza l’esonero interessava solo quelli situati nelle zone montane)
Split payment
I professionisti vengono nuovamente esclusi dall’applicazione della scissione dei pagamenti (split payment), vale a dire il meccanismo in virtù del quale per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di amministrazioni pubbliche, sono direttamente queste ultime a versare l’Iva all’erario. Infatti, al pari di quanto era previsto dalla versione originaria della disciplina, ne viene riproposta l’inapplicabilità alle prestazioni di servizi i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o di acconto. La novità opera con riferimento alle operazioni per le quali la fattura è emessa dopo il 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del “decreto dignità”).
Compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti nei confronti della Pa
Si estende anche al 2018 l’efficacia delle norme che consentono la compensazione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, per somministrazione, forniture, appalti e servizi, anche professionali, maturati nei confronti della pubblica amministrazione (e certificati con le modalità previste dalla normativa vigente), qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato. La possibilità di compensare opera con riferimento ai carichi affidati agli Agenti della riscossione entro il 31 dicembre 2017.
Fonte: Fisco Oggi