Il decreto Genova è legge. L'Assemblea del Senato ha oggi giovedì 15 novembre 2018 approvato in via definitiva, con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni, il disegno di legge n. 909, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova e altre emergenze, già approvato in prima lettura dalla Camera.
Il provvedimento, varato a seguito del crollo del ponte Morandi, si compone di 46 articoli - numerosi introdotti durante l'esame alla Camera - suddivisi in cinque capi: il capo I è dedicato alle misure per il sostegno e la ripresa economica del territorio e la popolazione di Genova, dopo il crollo del viadotto Polcevera; il capo II contiene disposizioni per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti; il capo III reca interventi nei territori dei comuni di Ischia interessati da eventi sismici, il capo IV contiene misure urgenti per gli eventi sismici nel centro Italia verificatisi tra il 2009 e il 2017, il capo V riguarda ulteriori eventi emergenziali.
Tra le novità contenute nel provvedimento: le misure per gli sfollati; i poteri del commissario straordinario per la ricostruzione, che può affidare lavori con procedura negoziata e autorizzare varianti in corso d'opera; gli obblighi a carico dei concessionari autostradali di indennizzo, di ripristino, di verifica e messa in sicurezza; le integrazioni salariali straordinarie e le misure a sostegno degli operatori economici danneggiati; l'istituzione di una zona franca urbana e di una zona logistica speciale per il porto; l'istituzione, al fine di garantire standard più elevati di sicurezza, di un sistema dinamico di monitoraggio, di cui fanno parte l'Agenzia per la sicurezza delle ferrovie, le infrastrutture stradali e autostradali; l'Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche.
Il Vice Ministro delle infrastrutture e trasporti Rixi ha evidenziato che il decreto consente al commissario straordinario di avviare i lavori di demolizione e ricostruzione.
RIPRISTINATO IL CONDONO EDILIZIO A ISCHIA. L'Aula del Senato ha respinto l'emendamento – in precedenza approvato dalle commissioni di Palazzo madama – che sopprimeva la parte dell'art. 25 che prevede l'applicazione alle istanze di condono per Ischia delle norme della legge 28 febbraio 1985 n. 47 (LEGGI TUTTO). Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Crimi ha sottolineato che le norme su Ischia non rimuovono i vincoli paesaggistici e si limitano a estendere le previsioni sulla sanatoria di non conformità già applicate in Umbria e nelle Marche.
"In Italia per la quarta volta nella storia del Paese - dichiara Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente - ha vinto la politica dei condoni edilizi a dispetto della legalità, della lotta all'abusivismo e dell'onestà tanto decantata dai Cinque Stelle. Evidentemente la sicurezza dei cittadini e la tutela del territorio non sono un tema così prioritario per questo Governo e quanto accaduto in queste ore al Senato ne è una prova. L'Aula di Palazzo Madama ha approvato oggi senza guardare in faccia nessuno il Decreto Genova, mantenendo all'interno del provvedimento le norme salva abusi previste per l'isola di Ischia e le zone terremotate del Centro Italia e bocciando l'emendamento contro il condono Ischia che aveva avuto il via libera due giorni fa in Commissione ambiente e lavori pubblici. Una scelta scellerata che di certo non fa bene al Paese, territorio fragile a rischio sismico e idrogeologico, alla tutela del territorio, alla sicurezza dei cittadini e del patrimonio edilizio. Ora con questo Decreto nell'isola di Ischia le case abusive e terremotate nel 2017 saranno sanate e ricostruite con soldi pubblici anche in zone a rischio idrogeologico e sismico, grazie alla valutazione di istanze inevase dai comuni utilizzando la normativa molto permissiva del 1985; mentre nella zone terremotate del Centro Italia saranno condonati gli abusi fatti fino all'estate del 2016 riaprendo i termini temporali del condono del 2003. E soprattutto con queste due sanatorie il rischio evidente è che quanto accaduto a Ischia e nel Centro Italia, possa essere replicato in altre parti del Paese dando il via ad una nuova sanatoria diffusa e a nuovi abusi".
Il presidente nazionale di Legambiente aggiunge: "Quello che chiediamo, visto che si inaugurerà un quarto condono in Italia dopo quelli del 1985, 1994 e 2003, è che sia usato massimo rigore nella valutazione delle pratiche di condono con l’assunzione di personale qualificato per smaltire le pratiche di sanatoria ancora aperte. Inoltre che sia garantita trasparenza e accessibilità agli atti”.
Questa mattina Legambiente ha organizzato un presidio vicino a Palazzo Madama per chiedere al Senato un atto di coraggio e responsabilità modificando il provvedimento e togliendo le norme salva abusi. Un appello sostenuto e condiviso anche da Associazione nazionale costruttori edili, Cgil, Cisl, Uil, Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil, Anci Marche, Consiglio Nazionale Architetti, Coord. Enea Flc-Cgil, Accademia Kronos, Libera, Rete della Conoscenza, Sigea-Società Italiana di Geologia Ambientale e Symbola. "Basta negazionismi, i condoni ci sono e vanno fermati". "Altro che alberello, tagliate via i condoni" sono gli slogan utilizzati durante il presidio.
FONDO PER IL FINANZIAMENTO DI PROGETTI PER LA SICUREZZA DELLE INFRASTRUTTURE STRADALI. All'articolo 14 è prevista l'istituzione di un apposito Fondo presso il Ministero dello sviluppo economico, con dotazione di 2 milioni di euro per l'anno 2019, per il finanziamento di progetti per la sicurezza delle infrastrutture stradali.
RISORSE. L'articolo 16 incrementa di 50 milioni per il 2018 e di 142 milioni per il 2019 la spesa in favore della società concessionaria Strada dei parchi, finalizzata all'immediata esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza della tratta autostradale A24 e A25.
L'articolo 2 autorizza una spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029 e dispone l'integrazione della contabilità speciale di 9 milioni di euro per l'anno 2018 e di 11 milioni di euro per il 2019. L'articolo 5 stanzia 500 milioni di euro per il 2018 e 23 milioni di euro per il 2019 per il trasporto pubblico locale in Liguria; 20 milioni sono destinati all'autotrasporto e 20 milioni al rinnovo del parco mezzi utilizzati nella città, con priorità per i mezzi a propulsione elettrica. Sono poi attribuite risorse alla Capitaneria di porto (375.00 euro per il 2018 e di 875.000 euro per il 2019). L'articolo 9 destina all'Autorità portuale di Genova un ulteriore contributo aggiuntivo di 4,2 milioni per il 2018.