di Franco Metta
Il primo Decreto Sostegni (D.L. 41/2021) è stato convertito in legge con il voto di fiducia di ieri alla Camera (375 sì, 45 astenuti e nessun contrario). Il testo originario, in vigore dal 23 marzo scorso, è stato modificato dal maxiemendamento approvato in Senato il 6 maggio. Le novità principali, finanziate con ulteriori 770 milioni di euro, hanno riguardato l’estensione del contributo a fondo perduto, lo stop alla prima rata Imu per le partite Iva e sospensione Tosap, Cosap e canone Rai per le attività commerciali maggiormente penalizzate dalle chiusure.
Rientrano ora tra i possibili beneficiari del contributo le start-up che hanno aperto la partita Iva nel 2018 e che hanno avviato l’attività nel 2019, anche se non possono dimostrare un calo di fatturato di almeno il 30%. È inoltre possibile integrare le istanze di contributo rimaste in sospeso per mancanza di documentazione.
Sempre in ottica di aiuto alle imprese è il provvedimento che estende i termini per la rivalutazione dei beni così come la possibilità, per quelle in crisi, di modificare gli accordi di ristrutturazione dei debiti anche dopo l’omologazione.
Sul fronte fiscale è possibile il rinvio dei pagamenti necessari per regolarizzare i mancati versamenti quando si supera il plafond Iva comunitario e non tenere conto, ai fini Irpef, degli affitti non incassati. Infine per i lavoratori autonomi sono stati incrementati i fondi destinati all’esonero dei contributi previdenziali.
Aiuti per 1,2 milioni di autonomi
Sono circa 1,2 milioni gli autonomi, partite Iva, interessati dalla conversione in legge del decreto, che prevede il contributo a fondo perduto a fronte di un calo di fatturato/corrispettivi di almeno il 30%, con l’eccezione per le start-up 2018 che hanno avviato l’attività nel 2019.
Il decreto prevede aiuti anche per altre tipologie di autonomi come per esempio l’indennità per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport. Si tratta di un contributo pari a 2.400 euro per tutti, ad esclusione degli sportivi. Si tratta di circa 374 mila domande per questa indennità, di cui 192 mila riguardano lavoratori dipendenti, ovvero gli stagionali che operano nel turismo. 36 mila domande sono invece quelle presentate dai lavoratori a tempo determinato sempre nel turismo.
Il resto delle altre domande riguarda gli stagionali di altri settori (49 mila), i lavoratori dello spettacolo e lavori intermittenti (44 mila), gli autonomi occasionali (2 mila) e i venditori a domicilio (7 mila). Il contributo agli sportivi (190 mila beneficiari) varierà in base ai compensi percepiti nel 2019: si va dai 3.600 euro per compensi sopra i 10 mila euro, 2.400 euro per compensi tra 4 e 10 mila euro e 1.200 euro per compensi sotto i 4 mila. Il decreto, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia delle Entrate ha già erogato più di 4 miliardi di euro per 1 milione e 400 mila aziende e lavoratori autonomi.