Grande partecipazione di pubblico per il Convegno “Le Grandi Opere infrastrutturali – Bisogno di interventi e novità introdotte dal Dibattito Pubblico”, svoltosi mercoledì 3 aprile 2019. Più di 300 tra tecnici pubblici e professionisti si sono riuniti a Milano nel Palazzo della Regione per discutere delle novità del “Dibattito pubblico” introdotto dal DPCM 76/2018. Uno strumento per condividere e rendere più efficace la realizzazione delle opere infrastrutturali.
“Ora più che mai, in un contesto politico e amministrativo in cui si continua a discutere di Analisi Costi Benefici (come nel caso della TAV) e si cercano protocolli più efficaci per la valutazione dei progetti, rispettosi della totalità dei valori sociali ed economici del territorio, il Dibattito Pubblico è uno strumento che deve essere considerato come un processo di partecipazione e confronto”, ha osservato Gianni Verga, presidente del Collegio Ingegneri e architetti di Milano.
E non a caso si è scelta Milano e la Lombardia come location apripista per sensibilizzare l’opinione pubblica, una regione in costante crescita, che con l’aumentare delle imprese necessita di una viabilità moderna e di un trasporto merci e passeggeri dinamico e proficuo.
“La normativa sul Dibattito Pubblico”, ha ricordato Claudia Maria Terzi in rappresentanza della Giunta di Regione Lombardia, “è un provvedimento importante che ci permetterà di raccogliere ulteriormente le istanze che derivano dalle esperienze attive del territorio. In questo modo sarà più agevole apportare le migliorie nella progettazione delle opere e aumentare il grado di sostenibilità degli interventi”.
A moderatore la giornata è stato Silvio Bosetti, Presidente FOIM che ha coordinato gli interventi di Claudia Maria Terzi, Assessore Infrastrutture Regione Lombardia, Silvio Landonio (Direzione Generale Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile) Mario Nova (Direttore Generale Ambiente e Clima), Alberto D’Ercole Coordinatore dell’Ufficio Legislativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dino Vurro di Anas, Adel Motawi di Terna, l’ing Mariani di Ferrovienord e, per gli aspetti di comunicazione con i territori, Valeria Peverelli di SEC.
Qual è la modalità più idonea per pianificare, valutare, confrontarsi, cantierare e portare a termine le grandi opere? È giusto il Dibattito Pubblico? Quando deve essere aperto e su quali opere? Quali sono le modalità di svolgimento e da chi viene gestito? Domande a cui gli esperti hanno cercato di dare una risposta.
L’avvocato Alberto D’Ercole, alla guida dell’ufficio legislativo del MIT, ha sottolineato come il Dibattito Pubblico è obbligo di legge nazionale così da art. 22 del Codice degli Appalti. Purtuttavia, attraverso un’analisi storica della Costituzione italiana, ha ricordato che già dall’art. 3 si parla di “democrazia partecipativa”. Il DPCM prosegue “è un Giano Bifronte, una contraddizione nei termini perché si avvia l’approvazione di un’opera attraverso il dissenso – rispetto a quella soluzione – per ricercare il consenso”, una vera contrattualizzazione del consenso”.
Silvio Bosetti ricorda che l’Italia è un Paese fatto di “opere millenarie, nonché di professionisti e imprese pubbliche e private in grado di realizzare opere straordinarie: per questo il Dibattito Pubblico interviene per facilitare e regolare gli interventi di affidabilità del progetto. Ma come spiegare a un pubblico non esperto un progetto? In questo senso l’ingegnere, la nostra professione, deve e può fare dei passi avanti fornendo utili strumenti d’indirizzo per creare una progettazione capace di interagire con le varie discipline. Non solo, bisogna fare in modo che le parole sviluppo e sostenibilità viaggino insieme e corrispondano alle aspettative degli investitori”.
Il Convegno, organizzato dal Collegio degli Ingegneri di Milano, in collaborazione con Regione
Lombardia, FOIM - Fondazione Ordine Ingegneri di Milano, con la partecipazione di CeRSU Lombardia, CROIL - Consulta Regionale Ordini Ingegneri Lombardia e Consulta Regionale Lombardia Ordini degli Architetti, è stato un momento di confronto con Istituzioni, Enti e Imprenditori su una delle più importanti novità del Codice degli Appalti, grazie anche alla guida del nuovo manuale “Il Dibattito Pubblico” edito La Tribuna, a cura di Silvio Bosetti e Valentina Pucci, che ha accompagnato diversi momenti di dialogo.
Cos’è il Dibattito Pubblico?
Diventato obbligatorio secondo l’art. 22 del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, il Dibattito Pubblico è un processo di partecipazione e confronto pubblico proprio sulle opere di interesse nazionale – della durata di 4 mesi – che si avvia nella fase di elaborazione del progetto di fattibilità quando le alternative progettuali sono ancora aperte, e il proponente può ancora modificare il progetto. È obbligatorio per le opere tra i 200 e 500 MLN di euro, in base alla tipologia d’intervento.
Lo strumento è mutuato da quello francese del Débat Public ed è stato introdotto in Italia dal DPCM 76/2018 “Regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico” pubblicato in GU n.145 il 25 giugno 2018.
Da sinistra: Silvio Bosetti, Alberto D’Ercole, Claudia Maria Terzi, Gianni Verga
Il manuale “Il Dibattito Pubblico” edito La Tribuna è la prima pubblicazione ragionata sul
Dibattito Pubblico e si pone l’obiettivo di rileggere i passaggi del Regolamento all’interno del contesto e dei bisogni delle opere in Italia. Un gruppo di esperti – Giacomo Aiello, Ennio Cascetta, Alberto D’Ercole, Marco Di Folco, Ilaria Henke, Franco Karrer, Costantino Pandolfi, Valeria Peverelli, Pasquale Proietti, Marco Rettighieri, Lanfranco Senn, Enrico Maria Tacchi,
Fiorenzo Tagliabue, Gianni Verga, Roberto Vergari, Roberto Zucchetti – coordinati da Silvio Bosetti e Valentina Pucci, ha analizzato il Regolamento secondo diversi punti di vista: legislativo, amministrativo, tecnico, politico, sociale e ambientale; tutti volti a valorizzare e rendere possibile l’uso di uno strumento amministrativo qual è il Dibattito Pubblico, un approccio realistico teso alla ricerca del consenso per il bene delle grandi opere.
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