La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell'assessore all'Ambiente, Sara Vito, ha adottato il piano regionale della mobilità elettrica (Preme Fvg) nonché il Piano regionale delle attività estrattive (Prae).
"Il Friuli Venezia Giulia si appresta a diventare una regione modello in tema di sostegno alla mobilità elettrica", è stato il commento dell'assessore, che ha precisato quanto "il Piano intende promuovere lo sviluppo integrato di una rete di ricarica che supporti la circolazione di veicoli elettrici, in coerenza con quanto indicato dalla normativa internazionale e nazionale. Il progetto che la Regione vuole realizzare ha natura sia pianificatoria che operativa, dal momento che tutti gli interventi previsti e finanziati sono inquadrati all'interno del piano per la mobilità elettrica".
L'iniziativa è coerente con il piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica (Pnire), a cui il Friuli Venezia Giulia ha aderito con un proprio progetto che si articola su quattro interventi: la redazione del piano di Mobilità elettrica, documento approvato oggi dalla Giunta regionale, l'attività di progettazione propedeutica alle installazioni delle infrastrutture di ricarica, l'acquisto e installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli alimentati ad energia elettrica e, infine, azioni di comunicazione e pubblicità a favore dei cittadini.
Le attività saranno finanziate con i fondi del ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha messo a disposizione circa 540mila euro, e con fondi propri della Regione per pari importo, portando così ad oltre 1 milione di euro gli investimenti per l'avvio della rete delle mobilità elettrica.
La Regione è inoltre impegnata nella predisposizione del regolamento per la concessione di contributi per la rottamazione di veicoli inquinanti e l'acquisto di mezzi ibridi, elettrici o bifuel, al quale ha destinato nell'ultima legge di stabilità risorse per 1,4 milioni di euro.
L'obiettivo primario del piano è di incentivare la mobilità elettrica, strettamente legata alla realizzazione di un'efficiente infrastruttura che copra adeguatamente sia la ricarica ad accesso privato, sia quella ad accesso pubblico. Si prevede di giungere entro il 2020 all'abilitazione delle stazioni di ricarica, in modo che vi sia la possibilità per tutti gli utenti di effettuare facilmente la ricarica dei veicoli per gli utilizzi quotidiani, così come di percorrere, saltuariamente, distanze superiori rispetto all'autonomia del veicolo lungo i principali assi viari regionali. Tra il 2020 e il 2030 l'obiettivo è rendere disponibile, a fronte di una effettiva transizione all'elettrico di parte del parco mezzi in circolazione, un servizio di ricarica capillare e uniforme su tutto il territorio regionale.
La rete di ricarica dovrà integrarsi con la pianificazione del trasporto pubblico urbano, con l'effettivo fabbisogno delle diverse realtà territoriali, anche in base alla congestione del traffico veicolare privato e alla criticità dell'inquinamento atmosferico.
Pertanto sono considerati nodi primari della rete le quattro città di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone e le città minori aventi un notevole pendolarismo, sia per motivi legati al lavoro, all'istruzione e alla sanità sia per attrattività turistica. In quest'ultimo ambito sono individuate Aviano, Sacile, Casarsa della Delizia, Maniago, San Vito al Tagliamento e Spilimbergo nel Pordenonese; Codroipo, San Daniele del Friuli, Gemona, Tolmezzo, Pontebba, Tarvisio, Magnano in Riviera, Cividale del Friuli, Manzano, Palmanova, Latisana, Lignano Sabbiadoro, San Giorgio di Nogaro e Cervignano del Friuli in provincia di Udine; Ronchi dei Legionari, presso il polo intermodale, Cormons, Monfalcone e Grado nell'Isontino.
Nel 2015 i paesi che hanno avuto il più alto tasso di immatricolazioni di veicoli elettrici sono Norvegia (22,39%), Olanda (9,74%), Islanda (2,93%), Svezia (2,62%), Danimarca (2,29%), Svizzera (1,98%), Francia (1,19%), Regno Unito (1,07%) Austria (0,90%) e Cina (0,84%). L'Italia ha registrato un tasso di immatricolazione pari allo 0,01% ma nei prossimi anni è atteso un incremento della diffusione di veicoli elettrici anche nel nostro Paese.
ADOTTATO ANCHE IL PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE (PRAE). La Giunta del Friuli Venezia Giulia ha adottato anche il Piano regionale delle attività estrattive (Prae) proposto dall'assessore all'Ambiente, Sara Vito.
"Avviamo così un percorso che mi auguro partecipato e ricco di contributi costruttivi", ha commentato Vito, ricordando che il Prae sarà consultabile sul sito istituzionale regionale e, dal momento della pubblicazione sul Bur, tutti i soggetti interessati avranno 60 giorni di tempo per presentare osservazioni scritte nel rispetto del procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via) avviato secondo i termini di legge.
Il Prae è lo strumento programmatorio con cui la Regione regola e tutela lo sfruttamento sostenibile della risorsa mineraria e le esigenze dello sviluppo industriale, nel rispetto dei valori ambientali, della tutela del paesaggio, della riduzione del consumo del suolo e in coerenza con gli altri strumenti di pianificazione territoriale.
Uno degli aspetti che connotano il nuovo Piano delle attività estrattive - ha evidenziato l'assessore - risiede nella necessità di contemperare esigenze contrapposte quali, da una parte, la salvaguardia di uno dei settori produttivi principali dell'economia regionale e, dall'altra, la tutela dell'ambiente.
Il piano - ha aggiunto Vito - è uno strumento evoluto frutto del processo di profonda riforma del settore che abbiamo avviato con la legge regionale 12/2016, introducendo in questo modo un nuovo modello per le attività estrattive che, oltre a riportare in sede regionale le scelte di gestione complessiva del territorio, costituisce il documento di pianificazione e di indirizzo del settore che garantisce un razionale sfruttamento della risorsa mineraria all'interno di una corretta programmazione economica e nel rispetto dei beni naturalistici e ambientale.
Resta in capo ai Comuni l'individuazione delle zone omogenee destinate alle attività estrattive nel rispetto dei criteri generali dettati dal piano che, a sua volta, individua le aree di cava dismesse, gli aspetti geologici del territorio regionale, le tipologie di aree interdette all'attività estrattiva e le tipologie di aree sulle quali insistono le attività estrattive.
Il Prae definisce inoltre le attività estrattive in essere, i volumi delle sostanze minerali complessivamente autorizzati e, di questi, i volumi che risultano estratti e quelli non estratti, calcolando anche una proiezione delle attività estrattive rispetto ai prossimi anni.
In tale ottica, il Prae considera anche i volumi delle sostanze minerali la cui estrazione è prevista nell'ambito degli interventi di escavo e asporto di materiali dai fiumi e dai corsi d'acqua e che, ai fini pianificatori, sono equiparati al materiale derivante dalle attività estrattive.