Il Consiglio dei Ministri n. 82 di oggi 8 maggio 2018 ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge della Regione Sardegna n. 8 del 13 marzo 2018, recante “Nuove norme in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture”.
Secondo il Governo, alcune norme di questa legge regionale, riguardanti le gare d’appalto e gli interventi da realizzarsi mediante contratti pubblici, “eccedono dalle competenze attribuite alla Regione dallo Statuto speciale di autonomia e invadono la competenza riservata allo Stato, in materia di tutela della concorrenza e di ordinamento civile, dall’art. 117, secondo comma, lettere e) ed l), della Costituzione”.
Ricordiamo che la legge sarda n. 8 del 13 marzo 2018 prevede il riordino delle funzioni dell'Ossevatorio regionale dei contratti pubblici, il piano triennale per acquisti “verdi”, la riqualificazione del responsabile unico del procedimento inteso come project manager - figura quindi centrale con capacità non solo tecniche ma anche organizzative e propositive, la qualificazione delle stazioni appaltanti.
La legge regionale per la prima volta introduce il concetto di qualità architettonica delle opere pubbliche e punta a supportare le piccole imprese e a snellire l’attuazione delle opere pubbliche.
Altra novità della legge è l’introduzione di una società di progettazione per dare risposta a una carenza acclarata degli uffici tecnici regionali e per dare la possibilità, anche con una più attenta attività di esternalizzazione dei servizi di ingegneria e architettura, di accedere in modo più tempestivo a risorse finanziare nazionali e comunitarie per le opere di interesse strategico per la regione.
IMPUGNATA ANCHE LA LEGGE N. 13/2018 DEL VENETO SULLE CAVE. Il Consiglio dei Ministri n. 82 di oggi 8 maggio 2018 ha deliberato di impugnare anche la legge della Regione Veneto n. 13 del 16 marzo 2018, recante “Norme per la disciplina dell’attività di cava”, in quanto “varie disposizioni riguardanti i provvedimenti autorizzatori dell’attività di coltivazione delle cave e dell’attività estrattiva invadono la competenza riservata allo Stato dall’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in materia di tutela dell’ambiente”.