Con 21 voti contrari, 13 a favore e 2 astensioni, la Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo ha bocciato la proposta di direttiva e regolamento sulla e-card europea dei servizi.
La vicenda sulla e-card ha preso il via nel gennaio 2017 quando la Commissione europea con l’obiettivo di “rivitalizzare il settore dei servizi”, ridurre la burocrazia e semplificare le procedure e le formalità amministrative presentò una proposta di Direttiva COM (2016) 823 e una di Regolamento COM (2016) 824, per creare appunto una e-card europea dei servizi, ovvero una procedura elettronica semplificata per rendere più facile per i prestatori di servizi alle imprese e di servizi di costruzione espletare le formalità amministrative necessarie per fornire servizi all’estero.
La proposta, però, a parere delle professioni tecniche, aveva il limite di andarsi a sovrapporre alla tessera professionale europea, lo strumento previsto già nel 2013 dalla Direttiva 55 per favorire la prestazione di servizi transfrontaliere da parte dei professionisti.
Per questo la stessa RPT aveva espresso in maniera decisa la propria preoccupazione per gli effetti che sarebbero derivati dall’applicazione di due strumenti del tutto sovrapponibili, suggerendo l’estensione della tessera professionale europea, ad oggi in uso solo per 5 professioni, e poi in seconda battuta di ritirare la proposta di direttiva sulla e-card o quanto meno di escluderne i lavoratori autonomi.
La carta elettronica infatti a parere della RPT non avrebbe offerto alcuna garanzia in termini di riconoscimento delle qualifiche professionali, pertanto la sua applicazione all’ambito delle professioni regolamentate avrebbe rischiato di ledere quei principi di tutela e garanzia dei consumatori che giustificano l’esistenza di aree di attività riservate dalla legge ai professionisti.
Al contrario la tessera professionale europea rappresenta un elemento chiave per la modernizzazione della direttiva sulle qualifiche professionali, il cui obiettivo è quello di rafforzare il mercato interno e la libera circolazione dei professionisti mediante un riconoscimento più efficace e trasparente delle qualifiche professionali, l’ottenimento di una maggior efficienza economica ed operativa al fine di avvantaggiare i professionisti e diminuire gli oneri amministrativi legati al riconoscimento delle qualifiche professionali. Occorre ricordare che, quando si forniscono servizi in un altro Stato membro, per un professionista è essenziale che il riconoscimento delle sue qualifiche professionali avvenga rapidamente. Ciò consente di accedere in modo rapido e trasparente al mercato del lavoro e ai servizi nel paese di destinazione.
Il risultato conseguito – commenta la Rete - è frutto di un lungo lavoro fatto in sinergia con tutti i deputati della commissione IMCO dei vari gruppi politici e, soprattutto, con tutti i componenti della Rete. Con il nostro intervento siamo riusciti a difendere gli interessi dei cittadini che avrebbero potuto essere confusi dalla sovrapposizione di e-card e tessera professionale.
Ora ci troviamo di fronte a una grande opportunità, quella di chiedere alla Commissione europea, attraverso il Parlamento europeo, di avviare un percorso che possa consentire di estendere l’utilizzo della tessera professionale europea – strumento che si presta in maniera molto più efficace a facilitare la fornitura di servizi professionali in Europa - anche alle professioni tecniche che finora ne sono escluse.