Il reverse charge sugli appalti di manodopera, previsto nel collegato fiscale alla manovra 2020, non potrà più essere applicato. La decisione della Commissione Europea è stata resa nota dalla sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra (Leu), in Commissione finanze alla Camera. Di conseguenza, il governo dovrà rivedere le stime sul recupero di gettito fiscale: da questa misura, infatti, lo stato contava di recuperare quasi 600 milioni di gettito nel 2021.
Bene invece altre misure sempre contenute nel collegato fiscale alla manovra, come la stretta sui crediti superiori a 5.000 euro, utilizzabili in compensazione solo dopo che sono trascorsi dieci giorni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Dai dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, le compensazioni di crediti relativi alle imposte dirette, per importi annui superiori a 5.000 euro, sono state pari a 4,9 miliardi nel 2019 a fronte di 4,15 miliardi nel 2020, con una riduzione di circa 763 milioni di euro (-15,5%).
Il Mef registra anche una significativa diminuzione nell’utilizzo in compensazione di falsi crediti Iva, indicati nella dichiarazione annuale da società prive di struttura e compensati fraudolentemente attraverso l’istituto dell’accollo. È risultata efficace da questo punto di vista la novità normativa che prevede il blocco alle compensazioni per le partite Iva a cui è stato notificato il provvedimento di cessazione.
Franco Metta
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