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Il riordino dei ministeri è legge. Legambiente: luci e ombre

Se è condivisibile la scelta di affidare al Ministero dell’Ambiente la competenza sulla bonifica della Terra dei fuochi c'è preoccupazione per la chiusura delle strutture di missione contro il dissesto idrogeologico, su infrastrutture idriche ed edilizia scolastica

mercoledì 8 agosto 2018 - Erika Seghetti

terra-fuochi

E' legge il decreto per il riordino delle attribuzioni dei ministeri dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità. Dopo il via libera del Senato, il testo è stato approvato senza modifiche dalla Camera con 269 sì, 144 no e 25 astenuti, ed è dunque stato convertito in legge.

"Il ministero avrà piena competenza su Terra dei Fuochi, sugli interventi relativi al dissesto idrogeologico, e su economia circolare", ha detto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa"È una grande e importante notizia per l'intero Paese - dice il ministro - siamo felici che il testo sia stato convertito in legge. Su Terra dei Fuochi, sugli interventi contro il dissesto e su economia circolare il Ministero ha le competenze giuste e ora anche l'architrave legislativa per potersene occupare. Siamo subito al lavoro per poter avviare la macchina ministeriale e poter dare subito risposte al Paese", conclude il ministro.

Il parere di Legambiente

Per Legambiente il decreto legge 86/2018 sul riordino ministeri approvato oggi se da una parte contiene degli elementi positivi relativi al risanamento della Terra dei fuochi - termine coniato dall’associazione con la prima denuncia contenuta nel Rapporto Ecomafia 2003, dieci anni prima dell’approvazione del primo decreto su questa emergenza - dall’altra parte lascia perplessi su alcune questioni importanti.

Incertezza operativa nel periodo di transizione

Non convince, dichiara l'Associazione in un comunicato diffuso, la chiusura delle strutture di missione contro il dissesto idrogeologico e sulle infrastrutture idriche con il passaggio di compiti tecnici affidati al Ministero dell’Ambiente, la soppressione della struttura di missione per l’edilizia scolastica e del progetto Casa Italia con un passaggio generico delle funzioni di quest’ultimo alla Presidenza del Consiglio. Preoccupa l’incertezza operativa nel periodo di transizione: non possiamo infatti permetterci il lusso di rallentare il lavoro di contrasto e di prevenzione dei diversi rischi ambientali e naturali anche solo per alcuni mesi.

Come verranno affrontate le tematiche sismiche e idrogeologiche?

È fondamentale capire, prosegue Legambiente, come queste evidenti priorità del Paese saranno affrontate con il ritorno delle competenze ai Ministeri e come saranno garantiti investimenti, monitoraggi e interlocuzioni con gli Enti Locali per un progetto pluriennale che metta in sicurezza un territorio molto delicato da un punto di vista sismico e idrogeologico. Oltretutto, il nostro Paese, già estremamente fragile, ha visto negli ultimi decenni un fortissimo consumo di suolo e sta già vedendo l'effetto dei cambiamenti climatici nelle città e nei territori, che amplificano i danni di frane e alluvioni.

“Ben venga la scelta di affidare al Ministero dell’Ambiente la competenza sulla bonifica della Terra dei fuochi, ancora oggi al palo, problema annoso che il Ministro Sergio Costa conosce molto bene grazie alla sua precedente importante esperienza nella repressione dell’illegalità ambientale in Campania - dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente - Siamo invece preoccupati per la scelta del Governo di chiudere le strutture di missione con un passaggio di consegne su questioni tecniche importanti, che prima ad esempio svolgeva la struttura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, e che ora il Dicastero dell’Ambiente dovrà seguire e affrontare nonostante le insufficienti risorse a disposizione. Dopo aver passato al Ministero dell’Ambiente i compiti della struttura di missione, serve capire qual è il progetto alternativo con cui il nostro Paese farà fronte alle emergenze e alla necessità di prevenire i numerosi rischi che hanno portato alla creazione di tale struttura, senza tra l’altro che sia stato ancora approvato l’urgente Piano di adattamento ai mutamenti climatici. Negli ultimi due decenni il Ministero ha subito un depauperamento di risorse e personale, per far fronte ai nuovi compiti è fondamentale che vengano garantite all’Ambiente risorse economiche, umane e competenze tecniche qualificate, in modo trasparente con un concorso pubblico, per affrontare alcune tra le priorità del Paese, come il rischio idrogeologico e il superamento delle croniche emergenze legate al ciclo delle acque, facendo al tempo stesso tesoro dell’esperienza accumulata in questi quattro anni con le strutture di missione”.

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