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Il verde urbano riattiva le facoltà mentali, anche dei bambini

Una ricerca Usa mostra come i bambini sottoposti a dei test cognitivi hanno risposto in modo più brillante dopo essere stati a contatto con la natura. I pianificatori urbani dovrebbero considerare questi aspetti

giovedì 10 settembre 2015 - Erika Seghetti

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Sono ormai ben noti gli effetti positivi che il verde ha sull’equilibrio psico-fisico. Concedersi una passeggiata in un parco urbano è molto più rigenerante rispetto al farlo in centro città. La tesi a supporto di questa evidenza, ampiamente abbracciata dagli psicologi, si chiama ‘teoria del restauro dell’attenzione’, secondo cui le nostre facoltà mentali vengono affaticate dalla visione di strade trafficate, alti edifici alti ed angoli affollati, mentre vengono riattivate al contatto con la natura.


La maggior parte del lavoro sulla teoria del restauro dell’attenzione si è concentrato sugli adulti o sui bambini iperattivi. Il nuovo studio condotto da Anne Schutte e Julia Torquati della University of Nebraska e Heidi Beattie della Troy University estende questo potere del verde anche ai bambini di età inferiore agli otto anni, privi di qualsiasi disturbo e ancora in fase di sviluppo. “I risultati ottenuti- si legge nello studio ‘Environment and Beahavior’- suggeriscono che, sebbene dotati di un sistema attenzionale meno sviluppato di quello degli adulti, anche i bambini traggono importanti benefici dalla natura.”

IL TEST


Le ricercatrici hanno reclutato due gruppi di bambini sani (ovvero non soggetti ad alcun deficit dell’attenzione): il primo in età prescolare (4 e 5 anni) e il secondo in età scolare (7 e 8 anni). I ragazzi sono stati coinvolti nella realizzazione di un puzzle, con l’obiettivo di farli concentrare e stancare, poi sono stati portati a fare una passeggiata di 20 minuti: la metà dei bambini al parco e l’altra metà in città.
Dopo la passeggiata i ragazzi sono stati riportati in laboratorio e sottoposti a una serie di test ludici per valutare la loro reazione intellettiva. La settimana successiva si è ripetuto lo stesso copione, invertendo i gruppi: quelli che erano stati al parco sono stati portati a fare un giro in centro e viceversa.


Prestazioni migliori nei bambini che sono stati a contatto con la natura

I risultati delle prove hanno mostrato un generale miglioramento delle prestazioni dei bambini che erano stati a contatto con la natura. Soprattutto nei test pensati per monitorare il livello di attenzione, memoria e consapevolezza spaziale (i bambini dovevano individuare o memorizzare una serie di immagini riprodotte sullo schermo di un computer) i tempi di reazione dei bambini che avevano passeggiato nel parco sono stati molto più brevi. E i risultati più significativi sono stati raggiunti proprio dai bambini più piccoli, rispetto a quelli in età scolare.
?In altri test, tuttavia, il contatto con la natura non ha avuto effetti misurabili. Come nelle prove chiamate di ‘inibizione’ (ai bambini veniva chiesto di azionare un pulsante ogni qualvolta veniva avvistato uno squalo sullo schermo del pc). Sebbene i risultati della ricerca non possano essere risultati completi ed affidabili, per l’esiguità del campione (circa 17 ragazzi in totali) e per la non precisione dei test di analisi comportamentale, sicuramente sono indice di alcuni aspetti che vanno approfonditi e su cui anche amministratori e progettisti dovrebbero riflettere.

La responsabilità dei pianificatori urbani

Tutti gli studi condotti in questo ambito- conclude il paper- evidenziano l’importanza del verde per la psiche dell’essere umano, anche di quello molto giovane. E’ compito quindi dei responsabili politici e di coloro impegnati nella pianificazione urbana il garantire, all’interno di qualsiasi quartiere, spazi verdi sufficientemente grandi. La mancata esposizione alla natura può avere delle conseguenze dannose sulla salute e sul benessere dei bambini.

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