Lo sviluppo di biotecnologie industriali che utilizzano rifiuti organici, in particolare quelli di origine urbana, per produrre biogas o bioplastiche, deve includere una valutazione accurata degli aspetti di salute e sicurezza dei lavoratori coinvolti sin dalle fasi iniziali. Lo spiega la monografia “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione dei rifiuti organici”, online sul portale Inail, che raccoglie i risultati di uno studio sperimentale multidisciplinare per lo sviluppo di processi biotecnologici a partire da materie prime rinnovabili.
L’obiettivo è quello di rafforzare il principio che lo studio della salute e sicurezza deve essere inserito a monte dello sviluppo industriale, fin dal progetto di ricerca stesso – spiega Biancamaria Pietrangeli, ricercatrice del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) e responsabile scientifico del progetto. È necessario identificare i pericoli, valutare i rischi dei nuovi processi produttivi biotecnologici, al fine procedere alla corretta realizzazione e gestione degli impianti a tutela dell’ambiente e dei lavoratori.
CHI HA PRESO PARTE AL PROGETTO. Il progetto INAIL BRIC “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici”, è stato realizzato dal Dit dell’Inail, che da anni svolge attività di ricerca nel settore delle applicazioni biotecnologiche, con il coordinamento di Mauro Majone professore ordinario del Dipartimento di Chimica, Università di Roma “Sapienza” e con la partecipazione di otto unità operative tra Università ed Enti pubblici di ricerca.
ANALIZZATE DUE TIPOLOGIE DI RISCHIO BIOLOGICO. Il progetto ha permesso di incrementare le conoscenze su un bioprocesso ampiamente consolidato, quello della digestione anaerobica, ovvero un processo biologico per mezzo del quale, in assenza di ossigeno, la sostanza organica viene trasformata in biogas (energia rinnovabile) costituito principalmente da metano e anidride carbonica. Approfondire gli aspetti di biosicurezza connessi all’esposizione ad agenti biologici, compresi microrganismi geneticamente modificati (MOGM) e le implicazioni igienico-sanitarie dell’impiego in agricoltura del prodotto finale del processo (digestato), erano tra gli obiettivi principali del progetto, illustrati nella monografia.
ASPETTI INNOVATIVI DELLO STUDIO. L’aspetto innovativo del progetto consiste nella produzione, nel classico processo di digestione anaerobica a due fasi, di prodotti ad elevato valore aggiunto, quali i polimeri biodegradabili. Questo consente di ampliare le potenzialità di applicazione del processo complessivo. Per quanto attiene, invece, agli stadi di estrazione e purificazione del polimero, il miglioramento in termini di salute e sicurezza riguarda l'eliminazione dell'uso di solventi clorurati, attualmente largamente utilizzati a livello industriale, e la minimizzazione delle condizioni operative di temperatura e/o pressione. La monografia contiene anche un capitolo dedicato all’analisi di mercato, nel quale è descritto il ruolo delle bioenergie nell’ambito delle fonti energetiche rinnovabili e il loro utilizzo nei vari settori di impiego.