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Impianti eolici e a biomasse, definite le aree non idonee in Toscana

Le prescrizioni negli allegati al Piano di Indirizzo territoriale (PIT) con valenza di Piano paesaggistico

mercoledì 27 maggio 2015 - Redazione Build News

eolico_impianto

Sul Bollettino ufficiale n. 28 parte I della Regione Toscana è stato pubblicato il Piano di Indirizzo territoriale (PIT) con valenza di Piano paesaggistico, approvato dal Consiglio regionale il 27 marzo scorso con la delibera n. 37.

In vigore decorsi 15 giorni dalla sua pubblicazione sul Burt, la Delibera n. 37/2015 con gli allegati 1a e 1b (qui sotto nell'allegato) definisce le aree non idonee e le prescrizioni per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio per gli impianti di produzione di energia elettrica da biomasse e per gli impianti eolici, ai sensi del DM 10 settembre 2010 (Linee guida nazionali).  

In particolare, l'allegato 1a reca le prescrizioni relative ai limiti localizzativi e alle potenze installate per impianti di produzione di energia elettrica da biomasse operanti in assetto cogenerativo e non, e per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio dell'impianto di produzione di energia elettrica da biomasse e delle opere connesse allo stesso.

L’Allegato 1b contiene invece, oltre alle definizioni, le prescrizioni relative ai limiti localizzativi e alle potenze installate per impianti eolici, nonché le prescrizioni per il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio degli impianti eolici e delle opere connesse allo stesso.

CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI A BIOMASSA IN TOSCANA. Un censimento e un'analisi degli impianti a biomassa in Toscana sono state condotte in una tesi svolta nell'ambito del tirocinio curriculare effettuato dalla laureanda Giulia Masoni presso la sede ARPAT di Firenze (relatore Prof.Ing.Giampaolo Manfrida, Università degli Studi di Firenze; correlatore Dott.ssa Silvia Maltagliati, Settore Modellistica previsionale – ARPAT). L'obiettivo principale della tesi è stato quello di creare una struttura di database, facilmente consultabile, con le caratteristiche più rilevanti a livello ambientale degli impianti di conversione energetica alimentati a combustibili provenienti dalla biomassa in regione Toscana. La ricerca si è estesa agli impianti soggetti ad autorizzazione ambientale, quindi al di sopra di una certa taglia corrispondente alla potenza termica installata, ovvero alla potenza elettrica in base alla normativa di settore (D.Lgs. 152/2006 e LR 39/2005).

Dall'analisi svolta sono stati individuati 83 impianti soggetti ad autorizzazione ambientale, sia in itinere sia conclusa (cioè con il rilascio dell'autorizzazione da parte dell'amministrazione competente). Di tali impianti si possono indicare le seguenti caratteristiche principali:

- il combustibile di origine vegetale è stato classificato come lignocellulosico, amidaceo, saccarifero e oleaginoso mentre il combustibile di origine animale come zootecnico; il biocombustibile di origine vegetale è stato a sua volta classificato come lignocellulosico, amidaceo, saccarifero, oleaginoso;

- l'81% degli impianti dichiara di utilizzare biocombustibile di origine esclusivamente vegetale: il 30% usa biomassa oleaginosa, il 28% lignocellulosica e il 14% amidacea;

- non tutto il combustibile viene utilizzato direttamente in caldaia od in camera di combustione ma può subire dei processi (secondo quanto indicato dalla normativa per mantenere le caratteristiche di biomassa combustibile ovvero di biogas) ed essere trasformato in biogas e syngas;

- il 50% degli impianti a biogas della Toscana sono localizzati nella provincia di Grosseto (e la totalità degli impianti presenti in questa provincia è alimentato a biogas);

- solo 7 impianti sono utilizzati per teleriscaldamento, mentre i restanti 76 sono dedicati alla produzione di energia elettrica (dei quali 30 in cogenerazione);

- la quasi totalità degli impianti ha piccola-media taglia (69 impianti hanno una potenza elettrica < 1 MWe) e ciò si motiva dalla possibilità di avere procedure autorizzative più semplificate (LR 39/2005, D.Lgs. 387/2003 e D.Lgs 28/2011) e maggiori incentivi economici (DM 6 luglio 2012). Fanno eccezione due impianti di grande taglia: l'impianto Seca nel comune di Piombino (LI) alimentato ad olio vegetale (24 MWe) e in esercizio, e l'impianto Alce nel comune di Bagni di Lucca (LU) alimentato da biomassa lignocellulosica (14,5 MWe) autorizzato ma non ancora in esercizio;

- il 66% degli impianti dichiara di usare biocombustibile ottenuto entro un raggio di 70 km dall'impianto stesso (filiera corta);

- per quanto riguarda gli impianti di cogenerazione risulta che il 90 % degli impianti utilizzi la potenza termica cogenerata a favore di stabilimenti industriali vicini piuttosto che per teleriscaldamento urbano ad uso civile, e sono distribuiti in comuni dai 1000 ai 20000 abitanti (fonte: censimento ISTAT 2011);

- gli impianti di cogenerazione risultano soddisfare tutti i requisiti CAR (cogenerazione ad alto rendimento);

- le emissioni per energia prodotta diminuiscono all'aumentare della taglia (efficienza maggiore e migliori tecniche di abbattimento);

- considerando gli impianti in esercizio al dicembre 2014 risulta installata una potenza elettrica complessiva di circa 70 MWe per un totale potenziale di 550 GWh e 186.000 tonCO2/evitate anno.

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