Martedì 12 luglio il Consiglio regionale del Veneto ha approvato, con 37 voti favorevoli e 10 astenuti, il Progetto di legge n. 97, di cui è primo firmatario il consigliere Roberto Bet (Lega/LV), “Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra".
La nuova legge veneta individua aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra. I criteri di non idoneità sono stati previsti in base ai beni costituzionalmente tutelati: patrimonio storico e architettonico, ambiente e aree agricole di pregio. Questo, nel rispetto del principio generale di prevalenza dell’attività agricola.
Vengono stabiliti indici di idoneità per individuare le aree più consone all’installazione degli impianti, dando prevalenza a quelle già compromesse, destinate a cave e discariche.
La normativa, che secondo le intenzioni del Legislatore dovrà disciplinare il settore per alcuni decenni, abbraccia tutte le soluzioni tecnologiche, anche quelle nuove che potranno essere disponibili in futuro. D’altra parte, soprattutto sulle fonti rinnovabili, i progressi tecnologici sono molto veloci.
L’originale obbligo che le zone classificate agricole asservite all’impianto di tipo tradizionale siano ‘almeno pari a 20 volte l’area occupata dall’impianto’, passa ad ‘almeno pari a 15 volte l’area occupata dall’impianto’: si abbassa così la soglia, fermo restando che, in zona agricola, viene data preferenza all’installazione di impianti agrovoltaici, contemperando così l’interesse collettivo alla produzione elettrica con il mantenimento dell’attività agricolo- pastorale. Viene prevista una ‘clausola valutativa’ con l’introduzione dell’articolo 10 bis: “Il Consiglio regionale - ha spiegato il relatore Bet - esercita il controllo sull’attuazione della legge, valutando gli effetti conseguiti, le modalità di attuazione e i risultati ottenuti in termine di progressivo conseguimento degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili, come definiti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, e nel rispetto della normativa pianificatoria vincolante dell’Unione europea e statale in materia di energia, in vista dell’obiettivo di consumo di suolo zero entro il 2050. Così, dopo due anni dalla pubblicazione della Legge, la Giunta regionale dovrà sottoporre all’attenzione della Seconda commissione consiliare una apposita relazione sullo stato di attuazione della normativa, contenente obbligatoriamente: il numero degli impianti autorizzati, le informazioni aggregate, le tipologie, le soluzioni progettuali, la potenza e l’energia prodotta, nonché l’elaborazione dei dati con particolare riferimento agli impatti prodotti dagli impianti agrovoltaici sul suolo occupato”.
Sono stati votati anche quattro ordini del giorno: quello presentato dalla consigliera Baldin (M5S), per chiedere alla Giunta di considerare in via prioritaria l’installazione dei pannelli fotovoltaici su superfici già oggetto di utilizzazione; via libera anche all’odg del consigliere Gerolimetto (Lega/LV), che chiede alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinché venga sterilizzato l’aumento catastale, quindi contenuta la tassazione che grava su chi contribuisce alla produzione di energia nel nostro Paese; votato l’odg di Fratelli d’Italia, illustrato in aula dal Capogruppo Speranzon, che chiede alla Giunta di privilegiare l’installazione di impianti fotovoltaici su zone già compromesse o inutilizzate, sulla rete stradale e autostradale, limitando così l’uso di aree agricole che vanno rispettate; licenziato, infine, l’odg presentato dalla consigliera Guarda (EV) che prevede una relazione biennale contenente tutti gli elementi utili per consentire una valutazione complessiva degli effetti prodotti sul suolo dagli impianti fotovoltaici.