La produzione degli impianti fotovoltaici in Italia nei primi nove mesi del 2016 è diminuita del 4,5% rispetto all’analogo periodo del 2015.
È quanto emerge dal nuovo documento del Gse “Produzione fotovoltaica in Italia nel 2016 - Analisi preliminari”, che fornisce le valutazioni sulla variazione della produzione fotovoltaica nel periodo gennaio-settembre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015.
Il campione preso in considerazione è composto da 478.476 impianti, per una potenza complessiva pari a circa 10 GW, costituenti l’87% del totale degli impianti fotovoltaici incentivati in esercizio in Italia al 31 dicembre 2015 e il 58% della loro potenza.
ANALISI DELLA PRODUZIONE. Basando l’analisi sulle misure mensili di produzione ricevute, pur soggette ad eventuali aggiornamenti, si può osservare che la produzione totale del campione selezionato di impianti nei primi nove mesi del 2016 appare essere diminuita del 4,1% rispetto a quella dell’analogo periodo del 2015, passando da 10,5 TWh a 10,1 TWh.
A livello medio nazionale, il calo della produzione nel periodo osservato, risultante dalle misure ricevute, si è concentrato nei primi sette mesi dell’anno, con i valori più accentuati ad Aprile (-10,1%) e a Giugno (-9,3%), mentre si è registrato un aumento nel mese di Agosto (+5,7%) e un lieve incremento anche a Settembre (+1,1%).
A livello territoriale, le variazioni più rilevanti della produzione dei primi nove mesi del 2016 rispetto all’analogo periodo del 2015, sono osservate al Centro (-5,8%) e nel Nord-Est (-5,6%), e quelle più contenute nel Nord-Ovest (-2%) e nel Meridione (-3,8%).
L’analisi condotta sul campione dei 478.476 impianti è stata replicata su un suo sottoinsieme, costituito dai soli impianti con potenza superiore a 55 kW, in quanto per tali impianti si può ritenere che le misure, sebbene suscettibili di eventuali aggiornamenti, possano essere maggiormente accurate, dovendo essere rilevate con una frequenza mensile su base oraria.
Il sottoinsieme selezionato è composto da 25.482 impianti, con potenza pari a circa 7 GW, rappresentanti il 5% degli impianti incentivati in esercizio in Italia al 31 dicembre 2015 e il 40% della loro potenza. Dall’analisi delle misure ricevute si evince che nei primi nove mesi del 2016 la produzione del campione selezionato è diminuita del 4,6% rispetto a quella del 2015, passando da 7,5 TWh a 7,1 TWh.
Gli andamenti osservati sono analoghi a quelli del campione più grande. Il massimo calo della produzione risulta nei mesi di Aprile (-10,4%) e Giugno (-9,8%) mentre un incremento si registra soprattutto ad Agosto (+5,4%). Le variazioni più accentuate sull’intero periodo sono relative al Centro (-6,4%) e al Nord Est (-5,9%) e quelle più contenute al Nord Ovest (-2,5%) e al Meridione (-4,3%).
Concludendo, l’analisi del campione di impianti le cui misure potrebbero essere caratterizzate da una maggiore affidabilità, non sposta molto i risultati della valutazione. Complessivamente, le misure ricevute restituiscono un quadro d’insieme nel quale la produzione degli impianti fotovoltaici nei primi nove mesi del 2016 appare essere diminuita nell’intorno del 4,5% rispetto all’analogo periodo del 2015.
Tale variazione, se confermata su tutto l’anno e anche con le misure definitive, non costituirebbe di per sé un andamento fortemente anomalo; nel 2013, ad esempio, si osservò una diminuzione delle ore di produzione medie degli impianti del 6,2% rispetto al 2012, variazione che non ebbe particolare risonanza poiché nel 2013 vennero installati più di 1.000 MW e dunque la produzione totale aumentò sensibilmente rispetto all’anno precedente.
ANALISI DELL’IRRAGGIAMENTO. Da un punto di vista teorico, il fattore che maggiormente determina la produzione di un impianto fotovoltaico di una data taglia e tecnologia è l’irraggiamento, ovvero la disponibilità di radiazione solare in un dato intervallo di tempo. Ci si può pertanto chiedere se la diminuzione della produzione osservata nei primi nove mesi del 2016 rispetto all’analogo periodo del 2015 possa risultare coerente con una variazione quantomeno dello stesso segno della radiazione disponibile, nel qual caso il decremento produttivo osservato apparirebbe ancor meno anomalo, pur non escludendo la concomitanza di diversi fattori. Viceversa, un eventuale andamento dissimile tra le due grandezze – variazione della produzione e dell’irraggiamento - aprirebbe interessanti interrogativi sui fattori che potrebbero aver determinato il decremento produttivo.
Considerando il campione composto dai 478.476 impianti (circa 10 GW di potenza) presi in esame per l’analisi della variazione della produzione, per cercare una correlazione con la variazione dell’irraggiamento occorrerebbe avere a disposizione i dati rilevati di radiazione solare incidente nel periodo gennaio-dicembre 2015 e 2016 per ognuno degli impianti. Non disponendo di un tale dettaglio, l’analisi è stata condotta su dati stimati di irraggiamento medio a livello provinciale, di fonte RSE, ponderandoli rispetto alla distribuzione territoriale della potenza degli impianti considerati.
Ove i risultati dell’analisi provinciale sono stati aggregati in una rappresentazione a livello regionale, la radiazione solare disponibile appare essere mediamente diminuita del 3,8% nei primi nove mesi del 2016 in confronto all’analogo periodo del 2015, con un decremento massimo ad Aprile e un incremento ad Agosto. La diminuzione risulta più accentuata nelle regioni del Centro e nel Nord Est e inferiore nel Meridione. Andamenti non dissimili da quelli del caldo di produzione.
Ripetendo l’analisi sul solo sottoinsieme degli impianti maggiori di 55 kW (25.482 impianti, con potenza pari a circa 7 GW), e dunque ponderando i dati di irraggiamento sulla distribuzione territoriale della potenza di questi impianti, si ottengono risultati simili, con una variazione complessiva del -3,7%.
COERENZA TRA LA VARIAZIONE DELL’IRRAGGIAMENTO E LA VARIAZIONE DELLA PRODUZIONE. Concludendo, nonostante le misure mensili di produzione esaminate possano essere soggette a variazioni e nonostante i dati stimati di radiazione solare disponibile siano mediati territorialmente, appare mediamente emergere, sulla base dei dati a disposizione, una coerenza tra la variazione dell’irraggiamento e la variazione della produzione. Va comunque ovviamente tenuto presente che l’analisi condotta restituisce andamenti medi di un ampio campione di impianti, e non esclude né la concomitanza di altri fattori né tantomeno il fatto che su singoli impianti tali altri fattori possano avere pesato in maniera sensibile.