Dare un contributo alla valorizzazione dell’utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia nel rispetto dell’ambiente e della tutela delle acque sotterranee, e fornire alcune indicazioni tecniche agli enti coinvolti nel processo decisionale e agli operatori del settore che affrontano la progettazione, l’installazione, il collaudo, la gestione e la dismissione delle sonde geotermiche.
Questa la finalità delle “Linee guida regionali per l’installazione e la gestione delle sonde geotermiche” (IN ALLEGATO), approvate dalla Regione Piemonte con il decreto dirigenziale n. 66 del 3 marzo 2016, e pubblicate sul Bollettino ufficiale n. 16 del 21 aprile.
Le indicazioni contenute nelle Linee Guida non si applicano agli impianti geotermici che comportano il prelievo e lo scarico di acqua, che sono disciplinati dalla vigente normativa statale e regionale in materia di derivazione, utilizzazione e scarico delle acque pubbliche.
Nelle Linee Guida gli impianti di sonde geotermiche sono stati suddivisi in:
a) piccoli impianti: con potenza termica o frigorifera utile inferiore o uguale a 30 kW;
b) grandi impianti: con potenza termica o frigorifera utile superiore a 50 kW. Sono comunque equiparati ai grandi impianti tutti gli impianti che necessitano di più di 10 sonde geotermiche verticali anche se di potenza termica o frigorifera utile inferiore a 50 kW (in caso di valori differenti si utilizza il valore maggiore).
Le Linee Guida specificano le modalità tecnico-operative per la progettazione, l'installazione, il collaudo, la gestione e la dismissione degli impianti ed i contenuti tecnico progettuali degli elaborati che si ritiene costituiscano la base conoscitiva minima per una corretta valutazione delle ricadute ambientali. Per tutti gli aspetti non specificatamente presi in considerazione si rimanda alla normativa UNI di riferimento.
STRUMENTO TECNICO IN ATTESA DEL DECRETO MINISTERIALE. L’articolo 7 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”, prevede che entro 3 mesi dalla sua entrata in vigore, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa con la Conferenza unificata, siano stabilite le prescrizioni per la posa in opera delle sonde geotermiche e siano individuati i casi in cui si applica la procedura abilitativa semplificata.
Nel decreto dirigenziale n. 66 del 3 marzo 2016 la Regione Piemonte spiega che “in attesa che il Ministero dello Sviluppo Economico emani il decreto”, si ritiene “opportuno fornire agli enti locali coinvolti nel processo decisionale nonché agli operatori del settore uno strumento di carattere tecnico che consenta, in tale situazione di stallo, di colmare la lacuna almeno dal punto di vista tecnico”.
Questa necessità “è inoltre dettata dalla carenza di una specifica normativa per quanto riguarda gli impianti a circuito chiuso – fermo restando che gli impianti che comportano il prelievo e lo scarico di acqua sono disciplinati dalla vigente normativa statale e regionale in materia di derivazione, utilizzazione e scarico delle acque pubbliche – a fronte di un sempre più elevato numero di installazioni che rendono necessarie precauzioni ambientali riguardo profondità e modalità di perforazione delle sonde, al fine di garantire il rispetto della normativa regionale in materia di protezione delle acque sotterranee”.
COLLABORAZIONE CON IL POLITECNICO DI TORINO. La Regione Piemonte ha da poco concluso una collaborazione istituzionale con il Politecnico di Torino riguardante l’attività di analisi e pianificazione in materia di sistemi geotermici a bassa entalpia in regione, che ha analizzato nel dettaglio, in modo comparativo, le principali tecnologie attualmente a disposizione, sia relative ai sistemi a circuito chiuso (sonde geotermiche), sia dei sistemi di tipo aperto ad acqua di falda, attraverso il monitoraggio di alcuni test site espressamente attrezzati.