Dopo la proroga introdotta con il Decreto Sostegni, si avvicina la scadenza del 15 settembre per il versamento (senza maggiorazione) delle imposte (modelli redditi, Irap, Iva 2021) e che riguarda oltre 4 milioni tra imprese, artigiani, autonomi e professionisti. Si tratta dei versamenti che inizialmente erano previsti in calendario al 30 giugno e al 31 agosto. Questa scadenza, come precisa l’Agenzia delle entrate, non è ulteriormente differibile di 30 giorni, nemmeno pagando l’ulteriore 0,4% di interessi.
Hanno avuto diritto a questa agevolazione i cosiddetti soggetti Isa, ovvero coloro che esercitano attività economiche a cui si applicano gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascun indice dal relativo decreto di approvazione del ministro dell'Economia e delle Finanze. Ma anche coloro a cui si applica il regime forfetario agevolato, per esempio l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, oppure che partecipano a società, associazioni e imprese a norma degli articoli 5, 115 e 116 del Tuir o ancora che determinano il reddito con altre tipologie di criteri forfetari o che ricadono nelle altre cause di esclusione dagli Isa.
Per chi ha scelto di rateizzare le modalità di adempimento cambiano a seconda che il contribuente abbia già fatto versamenti o meno. La prima rata mensile (a titolo di saldo e primo acconto) entro il 15 settembre, senza interessi, le altre di pari importo entro novembre con la maggiorazione del 4%. Per coloro che invece hanno rispettato le scadenze dal piano originario, sono dovuti gli interessi del 4% solo sulle rate che decorrono dal 16 settembre. Coloro che hanno effettuato versamenti con importi di libera scelta, dovranno versare il saldo in quattro rate, la prima entro il 15 settembre senza interessi e le restanti con l’applicazione degli interessi.
Rimanendo in tema di riscossione, si è appreso dall’Agenzia delle entrate riscossione (Ader) che la maggioranza (47,4%) delle 4 milioni di cartelle che saranno notificate entro fine anno presenta un importo inferiore a 300 euro. Il 73% non supera i 1.000 euro e soltanto il 9,7% supera la soglia dei 5.000 euro. Questa però è solo una minima parte dei 20-25 milioni di atti che si sono accumulati nel periodo pandemico (dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021). Secondo la relazione consegnata dal ministro dell’Economia Daniele Franco in Parlamento a luglio, l’erario vantava mille miliardi di crediti da recuperare al 31 dicembre 2020.
Franco Metta