Il disegno di legge sulla concorrenza approvato mercoledì scorso al Senato sposta al 1 luglio 2019 la cessazione del regime transitorio del mercato di maggior tutela, segmento con tariffe regolate dall’Autorità dell’energia e che interessa il 50% della clientela non domestica in bassa tensione, pari a 3,5 milioni di punti di prelievo.
Sulla base dei dati territoriali disponibili si osserva una presenza più elevata di punti di prelievo non domestici sul mercato di maggior tutela nelle regioni del Mezzogiorno e – con una incidenza che supera il 60% – in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania; all’opposto una maggiore presenza di imprese sul mercato libero si riscontra in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lombardia.
Secondo la recente analisi dell’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica, le piccole imprese italiane pagano il 22,3% in più della media dei competitior europei.
Tra il 2012 e il 2016 la quota di utenze in bassa tensione sul mercato di maggior tutela è scesa di 13 punti percentuali; nell’arco di tempo esaminato le imprese sul mercato libero sono cresciute al tasso medio annuo del +5,3% mentre i punti di prelievo non domestici altri usi in maggior tutela si sono ridotti al ritmo dell’8,0% medio annuo. A tale tendenza sottendono i flussi dei passaggi tra mercati che si possono analizzare sulla base dell’aggiornamento del monitoraggio retail pubblicato dall’Autorità per l’energia. L’analisi del segmento di bassa tensione evidenzia che, per l’anno 2015, sono 1.196.535 gli utenti non domestici che hanno cambiato fornitore; nel dettaglio quasi i due terzi (65,6%) dei passaggi interessa il cambio di fornitore nel mercato libero, a cui si aggiunge un 29,3% che interessa il servizio di maggior tutela – composto dal 12,3% di uscite verso venditori non collegati al distributore, dal 9,8% di uscite verso venditori collegati al distributore e dal 7,4% di rientri – mentre un restante 5,1% dei passaggi ha interessato il servizio di salvaguardia. Questi flussi, in termini relativi, compongono un tasso di passaggio dei clienti non domestici connessi in bassa tensione del 16,3%, valore in linea con quello dell’anno precedente. Il tasso totale è composto dal 10,7% relativo a clienti che hanno cambiato fornitore sul mercato libero, dal 4,8% di passaggi da e per il regime di tutela e dallo 0,8% di passaggi da e per il regime di salvaguardia (servizio che serve circa l’1% dei clienti in esame).
A livello regionale i territori più dinamici sono il Friuli-Venezia Giulia con un tasso di passaggio dei clienti non domestici del 21,8%, seguito dall’Abruzzo con il 21,3%, dal Molise con il 21,2% e dall’Umbria con il 20,1%. All’opposto le regioni meno dinamiche sono Valle d’Aosta con il 10,2%, Trentino-Alto Adige con il 11,3%, Calabria con il 13,0% e Sicilia con il 13,9%.
Leggi anche: “Legge sulla concorrenza: ecco le misure del DDL per rinnovabili e efficienza energetica”