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Imprese italiane e cambiamenti climatici: si sottovalutano i rischi?

Anche le aziende italiane stentano ad avviare strategie, processi e programmi per contrastare gli impatti dei cambiamenti climatici

martedì 20 febbraio 2018 - Redazione Build News

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L'ente di certificazione internazionale DNV GL ha recentemente pubblicato un’indagine sul tema dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici da parte del mondo delle imprese, coinvolgendone oltre 1.200 nel mondo. L’indagine, condotta in collaborazione con l’istituto di ricerca GFK, ha evidenziato come le aziende su scala globale siano ancora impreparate ad affrontare la problematica. Non fanno eccezione le imprese italiane, che non spiccano per proattività.

Nonostante il 40% circa delle aziende del Bel Paese riconosca già gli effetti dei cambiamenti climatici su almeno una delle aree principali della propria attività (asset, operazioni, catena di fornitura o clienti e mercati) o se li aspetti nel breve termine, sono poche quelle che hanno già preso precauzioni.

I RISCHI CLIMATICI PIU’ TEMUTI. Innalzamento delle temperature e ondate di calore (73%) in netta predominanza, tempeste e siccità (31%) e alluvioni (29%) sono gli eventi climatici più temuti dalle aziende del nostro Paese. Seguono, a distanza, gli incendi (14%), l’innalzamento del livello medio del mare (12%), frane e smottamenti (11%) e acidificazione delle acque marine (5%).

AZIONI DI ADATTAMENTO. Solo due imprese italiane su dieci (19%; - 6% rispetto alla media globale) hanno già implementato iniziative di adattamento e resilienza al climate change, mentre il 14% le sta pianificando. Il 36% del campione si propone di valutare quali siano le azioni rilevanti da intraprendere entro il breve termine, mentre il 30% dichiara che non saranno avviate azioni su questo fronte nei prossimi tre anni.

A frenare le aziende sembrano essere la mancanza di consapevolezza (30%) e l’idea che i cambiamenti climatici avranno un impatto solo limitato sulla propria attività (36%). I costi (31%) e la mancanza di incentivi (36%) rappresentano barriere all’azione altrettanto importanti.

OUTLOOK SUL FUTURO. Il futuro, tuttavia, promette progressi. Interrogati sulla propensione all’adozione di strumenti o servizi per costruire la propria resilienza al clima nei prossimi tre anni, il 71% degli italiani partecipanti all’indagine risponde in maniera positiva. 1 su 4 degli intervistati condurrà un assessment per valutare i rischi climatici a cui è esposto il proprio business, mentre 1 su 5 investirà per sviluppare la propria conoscenza e capacità di risposta alla problematica.

Ulteriori informazioni sono disponibili nella scheda dedicata all’Italia presente nel rapporto.

Per consultare tutti i risultati dell'indagine clicca qui

METODOLOGIA E CAMPIONE. Il sondaggio è stato realizzato nel giugno 2017 su un campione di 1.241 professionisti in aziende di diversi comparti dei settori primario, secondario e terziario in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia. Le aziende italiane partecipanti sono 148.

Il campione è costituito da clienti di DNV GL – Business Assurance e non è statisticamente rappresentativo delle aziende del mondo.

Il questionario è stato somministrato con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).

Il campione comprende 161 aziende definite LEADER. La classificazione nella categoria LEADER si basa sul possesso di una serie di caratteristiche definite da DNV GL – Business Assurance.

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