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Impronta ecologica, cos’è e come ridurla

Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo ha realizzato un dossier infografico che ridescrive la geografia mondiale in base alla superficie di terra "produttiva" necessaria a garantire il nostro stile di vita

mercoledì 15 marzo 2017 - Erika Seghetti

impronta ecologica

L'indicatore “impronta ecologica”, introdotto da Mathis Wackernagel e William Rees nel libro Our Ecological Footprint del 1996, aiuta ad individuare il consumo di risorse (l'emissione di anidride carbonica, per esempio, o l'agricoltura intensiva) rispetto alla capacità della terra di rigenerarle; i valori dell'impronta si esprimono in ettari globali.
Per il calcolo dell'impronta ecologica si utilizzano sei categorie principali di terreno:
    -   superficie necessaria per assorbire l'anidride carbonica prodotta dall'utilizzo di combustibili fossili;
    -    superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni;
    -    superficie destinata all’allevamento;
    -    superficie destinata alla produzione di legname;
    -    superficie edificata;
    -    superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca.
Da numerosi studi effettuati emerge ormai che l’impronta ecologica a livello mondiale è maggiore della capacità bioproduttiva mondiale e che quindi in futuro avremo meno materie prime per i nostri consumi.
Secondo ad esempio uno studio pubblicato su Environmental Science & Policy, a fine dicembre 2016, relativo a 19 città costiere del Mediterraneo (tra cui Venezia, Genova, Roma, Napoli e Palermo), sono quasi 60 anni che la regione mediterranea consuma più risorse naturali di quanto l'ecosistema sia in grado di rigenerare.
A livello personale o di comunità, è possibile calcolare la propria impronta per cercare di renderla più sostenibile; a questo proposito, ricordiamo ad esempio il tool del WWF o quello messo a punto dal Global Footprint Network.

Un dossier infografica per capire come ridurre l’impronta ecologica

Ma per comprendere cosa sia l'impronta ecologica e capire di conseguenza come sia possibile ridurla, anche nelle nostre azioni quotidiane, il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, nel 2016, ha realizzato un agevole ed utile dossier intitolato “L'impronta maldistribuita” (IN ALLEGATO): si tratta di quindici infografiche che ridescrivono la geografia mondiale in base alla superficie di terra "produttiva" necessaria a garantire il nostro stile di vita.

Tra gli argomenti raccontati e rappresentati tramite infografica troviamo:
    -    base biologica della nostra esistenza: il bilancio CO2
    -    overshoot day: quando oltrepassiamo la biocapacità del pianeta
    -    l'impronta degli italiani: superiore di due volte e mezza a quella sostenibile
    -    i pianeti dell'eccesso: se tutti avessero il tenore di vita di chi vive in eccesso
    -    miglioriamo la nostra impronta: suggerimenti per ridurre l'impront

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