Il provvedimento, che potrebbe arrivare al Consiglio dei Ministri già la prossima settimana, riporta “Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”.
Il testo attuale, composto da 13 articoli, interviene a vari livelli sul Testo Unico Ambientale (TUA), che racchiude le normative fondamentali sulla tutela ambientale e la gestione dei rifiuti. La riforma era stata avviata dal MASE nel febbraio 2024 con la creazione di un gruppo di esperti, con l'intento di arrivare a un Decreto-legge di riordino entro il 30 settembre dello stesso anno.
Tra i principali cambiamenti contenuti nella bozza del nuovo DL Ambiente, su cui sta lavorando il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, si evidenzia il divieto di nuove concessioni per l'estrazione petrolifera, sia su terraferma che in mare, con l’eccezione delle attività di estrazione di gas naturale entro le 12 miglia dalle coste. Inoltre, il provvedimento introduce nuovi criteri di priorità per le domande di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) riguardanti progetti legati alle energie rinnovabili e all’idrogeno.
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)
Il VIA diventerà una corsia preferenziale per i progetti considerati di priorità, con una lista di tipologie che verrà stabilita attraverso un decreto interministeriale. Nell’immediato, le priorità saranno assegnate a impianti per la produzione di idrogeno verde, interventi di ristrutturazione, ripotenziamento o ricostruzione totale di impianti eolici e fotovoltaici, oltre che a impianti solari a terra e agrivoltaici con una potenza minima di 50 MW e impianti eolici a terra da almeno 70 MW. A tali progetti sarà destinata una quota fino al 60% delle valutazioni. Sono previste anche riduzioni nei tempi di esame da parte della Commissione PNIEC-PNRR, con la possibilità di coinvolgere il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per offrire supporto tecnico.
Ricerca ed estrazione di idrocarburi
La bozza del DL Ambiente prevede l’interruzione del rilascio di nuovi permessi per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi liquidi sia sul territorio nazionale che in mare. Tuttavia, le concessioni legate a permessi di ricerca già rilasciati prima dell’entrata in vigore della nuova normativa rimarranno valide, anche se non ancora completate. Le attività estrattive già in corso continueranno senza interruzioni.
In caso di proroga delle concessioni di sfruttamento, l’amministrazione responsabile dovrà considerare non solo le riserve minerarie ancora esistenti, ma anche il tempo necessario per esaurirle, garantendo l’operatività del giacimento fino al termine della sua vita utile. Inoltre, le aree in concessione saranno ridefinite per limitare l’estrazione e la ricerca alle sole zone strettamente necessarie per la produzione.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda una deroga per l’estrazione di gas entro 12 miglia dalla costa: sarà possibile concedere permessi per lo sfruttamento di giacimenti di gas naturale per tutta la loro vita utile, purché l’istanza sia stata presentata prima dell’entrata in vigore del decreto e che il giacimento abbia una riserva confermata di almeno 500 milioni di metri cubi di gas. Questi permessi saranno esclusivamente finalizzati alla partecipazione a procedure di approvvigionamento a lungo termine.