Per la prima volta una centrale ibrida – solare termodinamico + biomasse – ottiene l'ammissione agli incentivi erogati dal Gse.
Si tratta del primo impianto ibrido rinnovabile messo in funzione a Rende (CS), che integra due fonti energetiche e due tecnologie rinnovabili, solare termodinamico e biomasse, profondamente diverse tra di loro, dando vita “ad un sistema altamente efficiente”, si legge in una nota.
L’impianto nasce da un processo studiato e brevettato (in Italia e in corso di riconoscimento a livello europeo) da Falck Renewables che integra un impianto da 1 MWe di solare termodinamico a concentrazione, tecnologia già di per sé innovativa, ad un impianto già operativo per la produzione di energia elettrica da biomasse da 14 MWe. L’ibridizzazione dei due impianti consente una significativa ottimizzazione di efficienza dell’utilizzo delle fonti coinvolte: l’energia termica da fonte solare integra o sostituisce in parte l’energia termica da biomassa, riducendone così il consumo specifico necessario per la produzione di energia.
PROGETTO HELIOS. L’impianto ibrido di Rende è stato realizzato sulla base del progetto HELIOS, sviluppato da un idea nata nel 2011, per integrare due tecnologie e due fonti energetiche rinnovabili al fine di realizzare un sistema altamente efficiente. Il progetto HELIOS impiega la tecnologia innovativa del solare termodinamico a concentrazione quale integrazione di un impianto già operativo per la produzione di energia elettrica da biomasse. Questo ciclo innovativo, chiamato ISCC, Integrated Solar Combined Cycle, nasce da una collaborazione con la società Elianto S.r.l., spin-off del Centro di Ricerca e Studi Superiori in Sardegna presieduto, fino al 2006, dal Prof. Carlo Rubbia.
Nello specifico, lo schema ideato prevede uno scambio di calore tra l’esistente impianto a biomasse ed una nuova sezione solare basata sulla tecnologia CSP (solare termodinamico a concentrazione).
Questo nuovo impianto solare è composto di specchi piani che, opportunamente inclinati per mezzo di un sistema automatico di regolazione, concentrano i raggi solari su di un tubo sospeso all’interno del quale scorre un fluido che, una volta scaldatosi, viaggia fino all’impianto a biomasse cui cede la propria energia.
Il progetto prevede inoltre una sezione di recupero termico che permette di fornire al circuito solare una parte del calore non recuperabile proveniente dall’impianto a biomasse, garantendo così un’ottimizzazione dell’efficienza di questo sistema.
COPERTO IL FABBISOGNO ENERGETICO DI 40.000 FAMIGLIE. L’impianto a biomassa soddisfa il fabbisogno energetico annuo di circa 38.900 famiglie, l’apporto fornito dall’impianto solare termodinamico soddisfa il fabbisogno energetico annuo di 1.150 famiglie e grazie all’ibridizzazione si riesce a soddisfare un fabbisogno annuo di ulteriori 200 famiglie.
Questo consente un risparmio di CO2 di circa 42.200 ton/anno con l’impianto a biomassa, di circa 1.250 ton/anno con il solare termodinamico e di circa 250 ton/anno grazie all’efficienza energetica. L’integrazione dei due impianti fa recuperare ulteriori 550 MWh in termini di efficienza.
La tecnologia impiegata nell’impianto di Rende può essere applicata a qualsiasi impianto di generazione elettrica basato su ciclo Rankine, sia esso alimentato da fonti rinnovabili (i.e. biomasse, rifiuti) o da fonti fossili (i.e. gas, carbone), nuovi o già in esercizio.