In data odierna il CTI ha chiarito che la revisione della norma
Uni10200, sulla contabilizzazione del calore negli impianti
centralizzati, pubblicata in data 11 giugno 2015, non è una
revisione completa e definitiva, ma solamente un primo step. Un passo che si
è reso necessario perché, divenuta norma cogente con il richiamo
dall’art. 9 del DLgs 102/2014, assumevano sempre maggiore rilevanza
i problemi interpretativi la programmazione dei ripartitori, in
relazione all’applicazione della UNI EN 834 “Ripartitori dei
costi di riscaldamento per la determinazione del consumo dei
radiatori - Apparecchiature ad alimentazione elettrica”.
Per
tale ragione – continua il Comitato Termotecnico Italiano - al
fine di eliminare ogni eventuale possibilità di contrasto con la
norma europea sui ripartitori, la nuova edizione della norma,
rispetto alla precedente versione (UNI 10200:2013), contiene
esclusivamente le seguenti modifiche:
1) è stata cancellata la prima frase del terzo capoverso del punto 5.1.3: “I dispositivi utilizzati in caso di contabilizzazione indiretta, nella fattispecie i ripartitori, devono essere programmati in funzione delle caratteristiche e della potenza termica dei corpi scaldanti su cui vengono installati.” al fine di chiarire la possibilità di utilizzo di tutte le tipologie di ripartitori (sia quelli programmabili che quelli non programmabili);2) è stata cancellata la frase di cui al secondo trattino del punto D.1 dell’appendice D: “la programmazione dei ripartitori, ai fini del progetto dell’impianto di contabilizzazione indiretta” al fine di consentire la scelta della metodologia per la determinazione della potenza termica dei corpi scaldanti in base a quanto definito dalla UNI EN 83PROBLEMI NON RISOLTI: Rimango pertanto ancora aperti i numerosi problemi della norma UNI 10200:2013, non toccati in questa versione. Il CTI ha rassicurato sulla regolare continuazione della revisione della norma, avviata a inizio anno, per rivedere i diversi aspetti tecnici che richiedono delle migliorie e/o integrazioni del testo (come per esempio la ripartizione delle spese nelle case ad occupazione saltuaria o l’allineamento della simbologia della UNI 10200 alle UNI/TS 11300).
Un ulteriore problema è quello determinato da questa ultima
modifica della norma. In assenza di ripartitori programmati, l'utente non potrà
verificare sul display il proprio consumo, venendo meno quello che è
lo spirito della direttiva europea 2010/27/UE recepita dal Dlgs 102:
la consapevolezza sui propri consumi.
Nei giorni scorsi
l'avv. Edoardo Riccio, consulente di Anaci, ha apertamente lanciato
una provocazione sulle pagine del Sole24Ore, lamentando che la
recente modifica che “salva” i ripartitori non programmabili condonerebbe anche le imprese che negli ultimi due anni avrebbero
installato ripartitori non a norma. Non a norma fino a questa recente
modifica. Un beneficio a vantaggio di installatori e industrie e non
del consumatore finale che si è sobbarcato l'ennesima spesa senza
poterne sfruttare a pieno i benefici.