L’energia eolica ha fornito il 14% di energia sui consumi totali in Europa nel 2018 secondo le statistiche di WindEurope, raggiungendo una potenza installata di 11.3 GW, di cui 8.6 onshore e 2.65 GW offshore.
L’eolico è in crescita in termini di copertura dei consumi rispetto al 2017, anno in cui era giunta al 12% in Europa. I Paesi che hanno fatto da traino sono la Danimarca che ha fornito la quota più alta di energia elettrica da fonte eolica lo scorso anno, con il 41%, seguita dall’Irlanda (28%), dal Portogallo (24%) e dalla Germania (21%). L’Europa ha oggi 189 GW di potenza eolica installata, di cui 171 GW onshore e 18 GW offshore.
In questo scenario dove si posiziona l’Italia? Nel 2018 secondo le stime dell’ANEV sono stati installati poco più di 450 MW, una quota irrisoria rispetto al potenziale eolico italiano.
WindEurope mostra il 2018 è stato l’anno record per i finanziamenti verso nuova potenza eolica. 17 GW di nuovi progetti in Final Investement Decision (FID), il 45% in più rispetto al 2017, ma solo il 20% in più di investimenti economici, ciò vuol dire che i costi scendono e si può ottenere sempre maggiore rendimento da investimenti più contenuti.
L’Italia con il suo potenziale di oltre 17 GW al 2030 stenta oggi a raggiungere i 10 GW installati, gli operatori sono in attesa ormai da oltre un anno e mezzo delle aste per poter realizzare nuovi impianti e potenziare quelli esistenti e molte aziende chiudono con evidenti danni sull’occupazione. Il Piano Energia e Clima, cui l’Italia ha volontariamente aderito proponendo un target del 30% di energia (numero poco ambizioso) da FER sui consumi finali lordi al 2030, impone al Governo di adottare misure efficaci.
Il tempo a disposizione è oramai poco e l’ANEV si aspetta un intervento efficace da parte della politica affinché l’Italia, Paese che avrebbe molto da offrire nel settore eolico e che esporta tecnologia eolica nel Mondo, possa avere il ruolo che merita nelle classifiche europee, senza essere surclassata da Paesi in grado di sfruttare al meglio potenziali anche più bassi dei nostri.
In allegato il report WindEurope