“Con i nuovi Protocolli di Legalità appena emanati dal Governo si generalizzano alcune buone pratiche e si rafforzano gli strumenti sindacali contro illegalità, lavoro nero e criminalità. Scelta oggi ancor più importante alla luce sia dell’accelerazione delle grandi opere in atto che della mole di nuovi finanziamenti legati al Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza”. Così la segreteria nazionale Fillea Cgil commenta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 29 Gennaio u.s. dei nuovi Protocolli di Legalità tipo che saranno applicati alle grandi opere, così come deliberato dal Cipe (LEGGI TUTTO).
Rispetto ai precedenti risalenti al 2015, i nuovi protocolli “oltre ad essere esplicitamente rivolti sia ai contraenti generali che agli appaltatori, recepiscono alcune buone pratiche da ultimo messe in campo nella ricostruzione post terremoto nel Centro Italia, che, grazie anche al ricorso a banche dati unificate e al coinvolgimento delle Casse edili, potranno tutelare meglio i lavoratori ed i tanti imprenditori seri e onesti che lavorano nelle grandi opere”.
Tra le novità di maggior rilievo “ si generalizza, accanto all’obbligo di inviare alle Prefetture il “settimanale di cantiere” (cioè l’indicazione, il venerdì sera per la settimana successiva di quali imprese, lavoratori e mezzi saranno presenti nello specifico cantiere) l’obbligo di inviarlo anche agli enti bilaterali del settore, cioè alle Casse Edili ed Edilcasse (in forma semplificata, indicando anche le relative qualifiche dei lavoratori e comprendendo anche le partite Iva senza dipendenti). Per la violazione di questa norae è prevista una specifica sanzione, prima amministrativa e poi la risoluzione del contratto”.
“Ciò consentirà ai tavoli per i flussi di manodopera che verranno istituiti presso le Prefetture di verificare quasi in tempo reale, anche da parte del sindacato, cosa sta realmente accadendo nei cantieri - spiega la nota Fillea - se vi sono lavoratori a nero, abuso di utilizzo di partite Iva, mancato rispetto della contrattazione collettiva, ecc., incrociando il tutto con i dati relativi al tesserino di cantiere, ai Documenti unici di Regolarità e, appena verrà emanato il decreto relativo da parte del Ministero del Lavoro, alla certificazione di congruità (cioè della percentuale minima di ore-lavoro da dichiarare in base alle diverse tipologie di lavorazioni)”.
Per il segretario generale Alessandro Genovesi, “il combinato disposto di controlli preventivi antimafia, verifiche sui flussi di manodopera, settimanali di cantiere da inviare alle Casse Edili, Documenti unici di regolarità contributiva, congruità, facendo “girare” i dati su piattaforme uniche o che dialogheranno tra loro e con le forze dell’ordine e i servizi ispettivi, creerà un ambiente dove per caporali e furbetti sarà più difficile operare, alimentando una cultura della legalità preventiva ed un sistema di controlli incrociati per cui, alla fine, tutti gli attori della filiera (dal sindacato alle prefetture, dalle forze di politica alle imprese) potranno fare meglio la propria parte. Non va dimenticato infatti che il ricorso al lavoro irregolare non è solo sinonimo di sfruttamento e di poca sicurezza, ma spesso è il principale “reato spia” che indica la presenza della criminalità organizzata”.
Leggi anche: “Codice Appalti, dal CIPE gli schemi di Protocolli di legalità relativi al contraente generale e all'appaltatore e le linee guida”