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In Gazzetta Ufficiale il decreto Mezzogiorno convertito in legge

La Legge 3 agosto 2017, n. 123 è entrata in vigore lo scorso 13 agosto

lunedì 4 settembre 2017 - Redazione Build News

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È in vigore dal 13 agosto 2017 la Legge 3 agosto 2017, n. 123 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno.”

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.188 del 12 agosto scorso, questa legge è stata approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati lo scorso 1° agosto con 276 voti favorevoli e 121 contrari.

Queste le principali misure:

- 1.250 milioni di euro per «Resto al Sud» che ha la finalità di promuovere nuove iniziative imprenditoriali da parte di giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni

- 50 milioni alle imprese agricole, per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile

- 200 Milioni per Zone Economiche Speciali (ZES)

- 330 milioni per l’edilizia giudiziaria

- 250 milioni di contributo agli enti locali

- 250 milioni per interventi di ripristino sulla tratta autostradale A 24 – A 25

- 300 milioni per interventi a favore delle aree terremotate

- 40 milioni di euro per programmi di riqualificazione e ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale o settoriale nelle regioni del Mezzogiorno

- 11,2 milioni per la tutela lavoratori affetti da malattie da amianto

- 750 milioni per il potenziamento della viabilità in Calabria

AGEVOLAZIONI. La Legge n. 123/2017 introduce agevolazioni nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare, si prevede un finanziamento fino a 1.250 milioni di euro dedicati ai nuovi giovani imprenditori under 35, con la misura “Resto al Sud” e 50 milioni di euro per favorire gli imprenditori agricoli under 40. Sono previsti, inoltre, circa 200 milioni di euro per le Zone Economiche Speciali (ZES); 40 milioni di euro per favorire le politiche attive del lavoro nel Mezzogiorno e 150 milioni di euro per il sostegno amministrativo agli enti locali. Queste azioni come capisaldi del provvedimento d’urgenza hanno l’obiettivo di dare un maggiore impulso all’economia del Mezzogiorno, alla cultura imprenditoriale e all’innovazione nelle regioni del Sud, in linea con il processo già avviato con il precedente Decreto Mezzogiorno.

MISURA PER I GIOVANI MERIDIONALI. Il Governo ha inteso dedicare una specifica misura ai giovani meridionali, denominata “Resto al sud”, per offrire ai giovani con buone idee imprenditoriali gli strumenti per costruire il proprio futuro. Ognuno di questi giovani, che non dispone di mezzi propri per avviare una sua attività, avrà a disposizione una potenziale dotazione di 40.000 euro (estensibile fino a 200 mila euro, nel caso di un progetto presentato da 5 giovani imprenditori), di cui il 35% a fondo perduto ed il restante 65% con un prestito a tasso zero. Sono previste, inoltre, azioni di accompagnamento da parte di enti pubblici, Università ed associazioni del terzo settore, a supporto di questo processo di crescita. Chi sarà in grado di produrre progetti credibili e sostenibili, avrà il pieno appoggio dello Stato, in un rapporto di responsabilità reciproca. La notevole dimensione del finanziamento globale della misura, fino a 1.250 milioni di euro in 4 anni a partire dal 2017, assicura ai giovani meridionali che la misura non si esaurirà in tempi brevi e che essa potrà concretamente fornire una spinta considerevole all’economia del Mezzogiorno nei prossimi anni. Sono poi previste ulteriori misure per sostenere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo, date le sue specificità, con un finanziamento dedicato pari a 50 milioni di euro.

BANCA DELLE TERRE ABBANDONATE O INCOLTE. Nello stesso spirito, il Governo ha inteso rendere utilizzabili, sempre per i giovani del Mezzogiorno, beni al momento inutilizzati. La misura “Banca delle terre abbandonate o incolte”, infatti, prevede che i Comuni identifichino i terreni e le aree edificate di cui sono titolari che risultino in stato di abbandono da lungo tempo (almeno 10 anni). I terreni e le aree di cui sopra possono poi, a seguito di bando pubblico, essere assegnati in concessione, per un periodo non superiore a nove anni, sulla base di un progetto di valorizzazione specifico presentato da giovani tra 18 e 40 anni. Un meccanismo di valorizzazione analogo riguarda anche i beni immobili privati, previo consenso del legittimo proprietario, sulla base di un progetto di valorizzazione e della corresponsione di un canone di affitto. Per il finanziamento di tutti questi progetti di valorizzazione, i giovani potranno accedere anche alla misura ‘Resto al sud’ o agli incentivi dedicati al settore agricolo.

ZONE ECONOMICHE SPECIALI (ZES). Ulteriore misura di rilievo strategico è quella che istituisce e regolamenta le Zone Economiche Speciali (ZES). Queste ultime potranno sorgere nelle aree portuali di grande rilievo strategico e nelle aree ad esse economicamente collegate. Lo scopo di questa misura è quello di sperimentare nuove forme di governance anche ricorrendo a procedure amministrative semplificate. L’obiettivo è quello di rilanciare la competitività dei porti delle regioni meridionali, alla luce dell’aumento di traffico marittimo nel Mediterraneo, per cogliere appieno anche le potenzialità di sviluppo offerte dal rilancio della ‘nuova via della seta’. Allo stesso scopo, le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive, rispetto al regime del credito d’imposta al Sud che già prevede notevoli vantaggi fiscali. In particolare, oltre agli investimenti delle PMI, saranno eleggibili per credito d’imposta investimenti fino a 50 milioni di euro, di dimensioni sufficienti ad attrarre player internazionali di grandi dimensioni e di strategica importanza per il trasporto marittimo e la movimentazione delle merci nei porti del Mezzogiorno. Le ZES saranno attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate, previa presentazione di un adeguato progetto di sviluppo.

SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE. Vengono inoltre individuati strumenti di semplificazione delle procedure adottate per la realizzazione sia degli interventi dei “Patti per lo sviluppo” nelle regioni del Mezzogiorno, che accelerano i tempi e riducono gli oneri a carico delle Amministrazioni centrali, che per la “Valorizzazione dei Contratti Istituzionali di sviluppo” per la promozione dell’attuazione di interventi di notevole complessità, inseriti nell’ambito di piani e programmi operativi finanziati a valere sulle risorse nazionali ed europee. In materia ambientale sono previsti due interventi: il primo destina le somme confiscate o pervenute allo Stato per il risanamento, la bonifica ambientale, la riqualificazione e la riconversione produttiva dei siti nei Comuni di Taranto e Statte; il secondo, interviene sulla disciplina nazionale in materia di classificazione dei rifiuti in applicazione delle disposizioni europee.

LE ALTRE MISURE. Altre misure sono state previste in favore dell’occupazione nel Mezzogiorno attraverso 40 milioni di euro, che consentiranno di attivare programmi formativi, gestiti dall’ANPAL, per la riqualificazione e la ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale o settoriale nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ancora, al fine di contrastare la cosiddetta povertà educativa, sono previsti specifici interventi a favore dell’istruzione giovanile. Per quanto riguarda invece l’alta formazione, si vuole assicurare agli atenei del Paese il mantenimento delle assegnazioni ricevute a valere sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) ed introdurre una migliore perequazione delle risorse collegate al contesto economico-territoriale. Infine, attraverso un finanziamento di 150 milioni di euro, si garantirà un supporto operativo agli enti locali che intendano conseguire più elevati livelli di coesione sociale anche attraverso il rafforzamento della loro azione amministrativa.

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