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In Toscana l’equo compenso è legge

Con trenta voti favorevoli e sette contrari il Consiglio regionale ha approvato una proposta presentata dalla Giunta. Nelle procedure di acquisizione di servizi professionali dovrà essere assicurato ai professionisti un equo compenso in proporzione alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche delle prestazioni richieste

giovedì 28 maggio 2020 - Redazione Build News

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Per assicurare il pieno riconoscimento del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali acquisite dalla Regione e dagli enti del sistema regionale e anche delle prestazioni professionali rese in occasione di istanze presentate alla pubblica amministrazione da privati cittadini e imprese, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato con trenta voti favorevoli e sette voti contrari una legge presentata dalla Giunta regionale.

ln particolare, nelle procedure di acquisizione di servizi professionali dovrà essere assicurato ai professionisti un equo compenso in proporzione alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche delle prestazioni richieste, come previsto dalla normativa nazionale, ovvero sulla base dei parametri prefissati con decreti ministeriali relativamente alle diverse professioni.

Nel caso di professioni per le quali non siano stati approvati specifici parametri, il compenso è determinato con riferimento a prestazioni similari, anche se rese da categorie professionali diverse. La norma specifica che la procedura dev’essere impostata in modo tale da evitare il ricorso a criteri di valutazione dell’offerta che possano risultare potenzialmente idonei a creare uno squilibrio fra prestazioni professionali rese e compensi. Inoltre, si rimarca l’esigenza di valutare le singole clausole dello schema di contratto per evitare di incorrere in clausole di natura vessatoria, come definite dalla normativa professionale forense. Nel caso di prestazioni professionali rese per la presentazione di un'istanza autorizzativa o di un'istanza di intervento diretto prevista dalle norme e dai regolamenti regionali, provinciali e comunali, tale istanza dovrà essere corredata, oltre che da tutti i documenti e gli elaborati previsti dalla normativa vigente, da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, con la quale, a pena di improcedibilità, si attesta di aver regolarmente sottoscritto lettere di affidamento di incarico con compensi proporzionati alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche delle singole prestazioni rese e con termini certi per il pagamento dei compensi pattuiti.

Una proposta di legge, presentata da Guacomo Giannarelli (M5S) sullo stesso tema è stata dichiarata decaduta e non è stata messa in votazione. Nelle ipotesi in cui le istanze autorizzative o le istanze per la realizzazione di interventi urbanistici ed edilizi, presentate da privati o da imprese, siano accompagnate da elaborati redatti da professionisti, tale proposta di legge prevedeva che le istanze fossero corredate dalla lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal committente, dall’attestazione di avvenuto pagamento della prestazione professionale resa e dalla dichiarazione di regolarità contributiva. La nostra proposta di legge – ha rilevato Giannarelli – non verrà approvata solo perché siamo stati noi a presentarla. Non è la prima volta che questo accade”.

“Le professioni in generale, anche atipiche, hanno la necessità nel mercato di riconoscimento e tutela – ha ricordato il capogruppo Pd, Leonardo Marras – L’equo compenso è un diritto in primo luogo verso la committenza pubblica. Era necessario trovare un punto di equilibrio, rispetto all’appesantimento burocratico. È quanto abbiamo fatto in commissione”.

Marco Casucci (Lega) ha dichiarato il voto contrario, perché leggi come questa, pur partendo da “considerazioni serie e principi condivisibili”, portano “inevitabilmente ad un aggravio procedurale, un appesantimento burocratico di cui non abbiamo bisogno”.

“Oggi facciamo ciò che è giusto. È una legge attesa da tanti professionisti, in particolare i più giovani, che incontrano difficoltà a vedere riconosciuto il proprio lavoro, la propria professionalità - ha replicato Marco Niccolai (Pd) – Diamo loro concretamente una mano, perché riguarda la Regione, ma avrà un effetto domino positivo su tutte le amministrazioni. Un messaggio forte al lavoro autonomo, che troppe volte sfugge al nostro radar”

“Il lavoro, tutto il lavoro, deve essere pagato e retribuito in maniera equa – ha sottolineato Tommaso Fattori (capogruppo Si-Toscana a sinistra), dichiarando voto favorevole – Per noi questo è un principio sacrosanto. Ben venga il riconoscimento anche al lavoro autonomo, impedendo che si formino sacche di sfruttamento all’interno della pubblica amministrazione, che colpiscono in particolare i più giovani”.

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